A Napoli Claudia Gerini e Mauro Gioia cantano Pasolini. Al teatro Mercadante dal 18 gennaio.
“Sono contenta di aver incontrato questo testo, di aver avuto questa occasione: faccio poco teatro rispetto al cinema ma ogni volta mi accorgo che è ‘nutriente’ e si impara sempre nonostante anni di recitazione, di film, di personaggi; è uno spettacolo che mi affascina e mi fa misurare con il materiale poetico di Pier Paolo Pasolini. Mi sono lanciata in queste canzoni che sono piccoli cortometraggi: raccontarli, cantarli è un grande viaggio che ti riempie”.
Claudia Gerini spiega così il suo coinvolgimento artistico in ‘Cado sempre dalle nuvole-Cantare Pasolini’; l’attrice è protagonista con Mauro Gioia dello spettacolo al Teatro Mercadante di Napoli dal 18 al 29 gennaio.
Il progetto di Gioia – su drammaturgia di Igor Esposito con regia e spazio scenico di Francesco Saponaro – rende omaggio a Pier Paolo Pasolini, a cento anni dalla nascita. Gioia e Saponaro puntano i riflettori su uno dei linguaggi della produzione artistica del poeta di Casarsa meno indagati quale fu quello della forma canzone. Negli anni Sessanta, Pasolini si dedicò molto alla scrittura di testi per canzoni che lo portarono a intrecciare relazioni con artisti come Piero Umiliani, Ennio Morricone, Domenico Modugno, Sergio Endrigo, Giovanni Fusco, Laura Betti, Gabriella Ferri.
“Canzoni che sono storie a tutti gli effetti, con personaggi veri, ironici, coraggiosi, ribelli, forti e soprattutto pieni di vita, esattamente come quelli dei suoi romanzi” è stato sottolineato oggi in un incontro al quale è intervenuto anche Roberto Andò, direttore del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale (“Sono contento di produrre questo spettacolo con un’attrice che si misura bene anche con il canto”), oltre a Gerini, Gioia e Saponaro. Per portare in scena questo prezioso universo del poeta friulano, Mauro Gioia ha coinvolto l’attrice e insieme saranno protagonisti di uno spettacolo di teatro musicale con gli arrangiamenti di Pasquale Catalano – autore anche delle musiche originali – e pianoforte e direzione musicale di Giuseppe Burgarella, i musicisti Francesca De Filippis, Monia Massa, Annamaria Puggioni, Alberto Toccaceli.
“Le canzoni del poeta di Casarsa – si legge nelle note di regia – sono stelle di una galassia che sta al corpus dell’intera opera pasoliniana come una predella alla sua pala d’altare. Più che canzoni d’autore, sono Lieder sbocciati dall’inguaribile spleen di un Tiresia nostro contemporaneo. Piccole storie in cui riverberano i temi più cari allo scrittore corsaro, al cineasta assetato di realtà, di mito e poiesis, in cui si innesta la disperata vitalità dei suoi versi al piglio giocoso del fanciullo friulano dallo sguardo malinconico. Per cantare Pasolini bisogna attraversarne il corpo narrativo e poetico, crearsi uno spazio tra gli anfratti e far scorrere musica e parole, come nell’alveo di un fiume”.
“Nelle sue canzoni – sottolinea Mauro Gioia – soffia il vento della protesta, perché il mondo è ancora preda braccata dalla furia consumistica e la fatica di vivere resta la stessa. Nei versi che le accompagnano Pasolini seppe immaginare i mali che affliggono la nostra società. I compositori che si prestarono a metterle in musica erano parte di una comunità di artisti e intellettuali molto attenta ai contenuti e che mai avrebbe preferito la forma del semplice consumo ‘melodico’.
Si chiamavano Giovanni Fusco, Sergio Endrigo, Domenico Modugno che in quel capolavoro per immagini che è Che cosa sono le nuvole? Canta di due patetiche marionette agonizzanti, finite in una discarica a guardare il cielo, ‘straziante, meravigliosa bellezza del creato’ “.
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