Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente dell’Associazione Italiana Arbitri.
Lo annuncia in una nota la stessa Aia, aggiungendo che questa sera, alle 21, “i componenti del Comitato Nazionale dell’Associazione incontreranno in videocall i presidenti delle rispettive macro regioni per spiegare le ragioni di questa scelta”.
A capo dall‘Assoarbitri dal febbraio 2021, quando aveva sconfitto nelle elezioni il presidente uscente Marcello Nicchi, nelle ultime settimane Trentalange aveva dovuto fare i conti col caso D’Onofrio, il procuratore dell’Aia arrestato per traffico internazionale di droga.
Dopo la perdita della giustizia arbitrale, passata sotto l’egida della Federcalcio, il numero uno dell’Aia era così finito anche nel mirino del procuratore federale Chinè, che gli aveva imputato, tra i comportamenti “disciplinarmente rilevanti”, la violazione dell’art. 4.1 del codice di giustizia sportiva.
Violazione che consiste nel dovere di comportarsi secondo i principi di lealtà, probità e correttezza, avendo tra l’altro – da capo dell’Assoarbitri – la responsabilità di nominare i vertici degli organi di giustizia Aia.
Secondo la procura, Trentalange – sentito venerdì dallo stesso Chinè – avrebbe omesso qualsiasi iniziativa volta ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità di D’Onofrio.
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