Trecase come Betlemme: il presepe vive nei portoni del 1700.
Il 20 e 21 dicembre l’evento dell’amministrazione comunale e l’IC “D’Angiò” con oltre 500 studenti in abiti d’epoca. La Natività in una cantina del 1800
Il centro storico di Trecase si trasforma nella piccola borgata di Betlemme dove nacque Gesù, con l’evento esclusivo promosso dall’amministrazione comunale in sinergia con l’Istituto Comprensivo “D’Angiò”. Il “Presepe vivente” tenutosi in via Regina Margherita il 20 e il 21 dicembre è una rappresentazione natalizia in abiti d’epoca unica nel suo genere perché allestita nelle case dei cittadini, attraverso l’ingresso dai portoni storici. Sono 18 i portoni del ‘700 e dell’800 in cui sono state sistemate le botteghe del classico presepe, per un percorso di oltre un kilometro, tra rappresentazioni, concerti ed esibizioni, che culmina nella Natività che rifulge dal fondo di una storica cantina del 1800.
E’ l’evento clou del cartellone natalizio avviato dall’amministrazione guidata dal sindaco Raffaele De Luca. I protagonisti straordinari del Presepe Vivente, di cui la referente è l’assessore alla Programmazione degli Eventi, sono oltre 500 alunni dell’Istituto Comprensivo “D’Angiò”, unica scuola del territorio alla guida della dirigente scolastica Clotilde Zampognaro, che in abiti d’epoca incarnano i vari personaggi della storia più antica del Natale e si esprimono in diverse manifestazioni artistiche.
Decisiva la collaborazione di tutta la platea della scuola e, soprattutto, dei genitori degli studenti che si sono impegnati nella realizzazione di prestigiosi abiti d’epoca, del recupero dei materiali scenici e nell’organizzazione dell’evento insieme all’amministrazione. La due giorni ha riscosso un successo straordinario con la partecipazione di centinaia di persone provenienti anche dai Comuni limitrofi.
“Un evento esclusivo – ha detto il sindaco Raffaele De Luca – che ha coinvolto tutta la comunità sia scolastica che civile in una manifestazione di grande pregio artistico ma anche aggregativo e culturale. Non si tratta solo di una kermesse natalizia, che ha comunque trasformato la città in un luogo magico, con un’esplosione di luci e colori del Natale entusiasmando i presenti, ma anche di un modo per rilanciare il centro antico e le sue bellezze non solo tra i cittadini ma anche all’esterno. Infatti, l’allestimento del presepe nei portoni storici del ‘700 e dell’800 e nell’antichissima cantina offre la possibilità di visitare le nostre bellezze storiche e anche di conoscere le prelibatezze enogastronomiche del territorio all’ombra del Vesuvio. Il Presepe vivente si inserisce in un cartellone di eventi natalizi, al via lo scorso 3 dicembre, che ha previsto una serie di iniziative come concerti, mercatini di Natale e spettacoli teatrali. Per il prossimo 29 dicembre è previsto il concerto dell’artista Monica Sarnelli”.
“La partecipazione viva di tutti i ragazzi e delle loro famiglie a questo evento – ha aggiunto l’assessore Teresa Matrone, referente del progetto “Presepe vivente”- ha espresso un grande senso di risveglio e di appartenenza alla comunità, destando grandi emozioni a tutti. Infatti, l’afflusso di visitatori ha superato ogni nostra più rosea aspettativa. E’ un modo per rendere partecipi i ragazzi e i cittadini del valore del proprio territorio, educarli a rispettarlo e a valorizzarlo: risvegliare il senso di identità. La nostra amministrazione, in collaborazione con la società civile, mira proprio a questo: al riscatto del nostro territorio attraverso il rispetto e la valorizzazione”.
“L’ apprendimento è veicolato dalle emozioni – ha detto la Dg Clotilde Zampognaro. La crescita individuale e collettiva dei futuri cittadini alla scuola affidati si alimenta nell’ esperienza del fare insieme. Dedicarsi con impegno e costanza ha visto nascere questo evento unico, culturalmente condiviso con la comunità, che ha donato in queste due magiche serate emozioni, gioia e soddisfazioni”.
“Abbiamo trascorso intere settimane tutti insieme – ha aggiunto una mamma dell’Ic D’Angiò – per preparare questo straordinario evento e c’è stato un lavoro di squadra con i ragazzi e l’amministrazione. Queste buone pratiche che partono dalla scuola, famiglia e Istituzioni aiutano a crescere ragazzi più consapevoli e amanti del proprio territorio”.
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