Tommy Di Chello e Giacomo Bot, le due vittime dell’incidente avvenuto la sera del 6 dicembre nel mare nell’arcipelago di La Maddalena, sono morti annegati.
Ma le ferite che avevano riportato in seguito allo schianto contro gli scogli dell’Isola delle bisce, sarebbero state comunque fatali. È quanto emerso dalle autopsie eseguite oggi sui corpi dei due uomini dai medici legali Angela Seddaiu e Francesco Serra, incaricati dalla Procura di Tempio Pausania.
All’esame erano presenti anche i consulenti di parte, i medici legali Francesco Lubinu, nominato dall’avvocato Pietro Carzedda, per la famiglia Di Chello, e Alberto Chighine, incaricato dall’avvocato Matteo Pinna, per la famiglia Bot.
Secondo le indiscrezioni trapelate, l’annegamento è ritenuto causa della morte solo perché sopravviene più rapidamente. Ma le due vittime presentavamo traumi talmente gravi che ne avrebbero comunque causato il decesso. Le salme sono state restituite ai familiari. Per Tommy Di Chello i funerali si svolgeranno domani a Golfo Aranci, dove viveva.
Il corpo di Giacomo Bot sarà invece trasferito a Bacoli, dove risiedeva e lì saranno poi celebrati i funerali. Intanto va avanti l’inchiesta avviata dalla Procura di Tempio, che ha delegato la Guardia Costiera di La Maddalena di svolgere le indagini per stabilire la dinamica dell’incidente e risalire a eventuali responsabilità.
Il procedimento per il momento è ancora a carico di ignoti. Nello scontro erano rimaste ferite anche altre due persone che si trovavano a bordo del motoscafo Fisherman “Cri Crui”, il golfoarancino Carlo Nieddu, e il campano Remo Bruno, figlio del proprietario della barca.
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