Il 118 di Napoli Centro è giunto a livelli critici di carenza in tutti i profili professionali, medici, infermieri, autisti e tecnici.
Tutto questo a causa del decennale blocco del turn over, dalla naturale quiescenza, di un incombente “bum out” che induce una migrazione volontaria del personale in altre strutture per la gravosità del lavoro, l’alta esposizione alle aggressioni e a|la mancata gratificazione professionale ed economica.
Lo si legge in una lettera inviata in questi giorni dal 118 di Napoli ai dirigenti sanitari della Campania che tra i vari allarmi lanciati contiene anche “il parziale contingentamento ferie del periodo natalizio”.
La lettera sottolinea che “al momento c’è un fabbisogno nei vari profili di circa 500 unità lavorative per assolvere molte funzioni, sia in ambito territoriale che regionale, svolte in parte da risorse interne alla Asl e in parte da risorse esterne dell’appaltatore”.
Nella missiva viene sottolineato che “le note difficoltà non permettono il rispetto dei fabbisogni e delle dotazioni nei vari profili professionali presenti, che incidono sull’efficienza del 118.
La carenza organica ha portato ad invocare sempre di più lo spirito di collaborazione e sacrificio dei dipendenti, che garantiscono le attività con un notevole ricorso di lavoro aggiuntivo, condizionato anche dalle assenze di un considerevole numero di dipendenti con prescrizioni limitative legate all’attività usurante del 118 o in possesso dei requisiti per usufruire dei doverosi benefici della legge 104 o congedi parentali”.
Il conto dei dipendenti da parte dell’amministrazione del 118 è semplice: al 30 novembre 2022 si sono allontanati oltre 40 medici dal 118 dopo aver dato le dimissioni, passando alla medicina generale, con motivi dalla pandemia Covid alle mancate gratificazioni professionali e economiche “che stanno portando forse irrimediabilmente – si legge – il 118 a non poter assolvere la sua funzione assistenziale di diagnosi e terapia”.
Attualmente all’emergenza di Napoli mancano 64 medici sulle ambulanze, 41 infermieri, 72 autisti che portano a “la concreta impossibilità – si spiega nella lettera – di continuare a garantire in futuro le attività, rendendo problematico anche il rispetto dei periodi feriali e mettendo allo stremo il personale”.
Il 118 riconosce come ci siano stati tentativi di reclutamento di personale da concorsi e avvisi pubblici che non hanno portato però finora le assunzioni che servono. Per questo il 118 è costretto a ridurre le ferie chieste dai lavoratori.
“Vista la nota carenza di organico – si legge ancora – è necessario un reclutamento urgente di personale, per scongiurare l’eventualità di sopprimere, nell’immediato, ulteriori postazioni 118, che comporterebbe un concreta possibilità di non assolvere i Livelli essenziali di assistenza (Lea), portando anche a un’ipotesi di interruzione del pubblico servizio.
Per scongiurare la paralisi del 118 e non sovraccaricare ulteriormente l’alta criticità dei pronto soccorsi ospedalieri, si chiede di internalizzare temporaneamente le risorse professionali in convenzione della continuità assistenziale, in considerazione che, a differenza del 118, sono in servizio tutte le notti e i festivi 40 medici, che potrebbero, omogenizzandosi con le risorse già nel 118, permettere di superare il gravissimo momento di difficoltà che ricade sulla cittadinanza”.
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