Movida, il questore di Napoli: “Il problema non si affronta solo con le divise”.
In alcune aree 20 locali in 100 metri, ma la legge lo consente.
“I brindisi e la movida di Capodanno, come già avvenuto alla vigilia di Natale, si svolgeranno in aree anguste e molto abitate, con venti locali in cento metri.
Un tema che non si risolve solo con le leve di sicurezza pubblica. C’è un provvedimento del Comune di Napoli forte, di chiusura delle strade, chiusure che però avvengono se si crea un momento di pericolo per la folla”.
Lo ha detto il questore di Napoli Alessandro Giuliano nella conferenza stampa di fine anno.
“Il problema – ha sottolineato – non è affrontabile solo con le divise della polizia e dei carabinieri. E’ un tema complesso ma per legge la densità dei locali è consentita, anche se credo dovrebbe cambiare”.
Sulla riunione per un lavoro comune dei sindaci di Napoli, Roma e Milano voluta dal ministro degli Interni Piantedosi, Giuliano ha detto: “La giudico altamente positiva, perché i problemi di movida non riguardano solo Napoli. Ci sono temi comuni sui sovraffollamenti che conosciamo bene sulla movida milanese e sono comuni alle grandi città metropolitane.
Penso all’area di Chiaia che è densamente abitata e stretta ed è occupata da esercizi di intrattenimento e da cittadini che ci vivono, si deve trovare un equilibrio tra le attività di imprese e il riposo di chi ci abita”.
“Non c’è un’emergenza di delinquenza minorile a Napoli oggi. E’ una realtà strutturale in questi territori”. Ha detto ancora il questore di Napoli, Alessandro Giuliano sottolineando anche che il lavoro sulle baby-gang “non dipende solo da controlli della polizia. C’è una parte dei ragazzi di Napoli
– ha detto – che sono senza opportunità e rabbiosi, e la società spesso scarica sulle spalle eroiche del terzo settore la cura dei ragazzi”.“Abbiamo delle squadre investigative – ha detto – su questi reati, ma noi non pensiamo solo alla prevenzione in strada con le auto che controllano il territorio. Cerchiamo di andare nelle scuole, di prevenire noi il bullismo e la polizia postale il cyberbullismo. Organizziamo nella caserma qui a Monte di Dio e in quella alla Sanità dei corsi di livello olimpionico per le arti marziali e i ragazzi vengono sempre, non saltano una lezione. Siamo anche vicini nelle attività ai ragazzi di Nisida”.
Giuliano precisa di non riferirsi, in materia di delinquenza minorile, ai rampolli delle famiglie di camorra, “ma ai tanti ragazzi che sono abbandonati a loro stessi. Bisogna controllare se vanno a scuola e su questo tema è importante vedere al lavoro dirigenti scolastici che fanno attività di frontiera.
Ma ripeto, non è un’emergenza perché non viene fuori oggi, è un elemento strutturale e fortemente presente nel territorio non da oggi. La marginalità e la mancanza di prospettive sono tra le precondizioni di un problema che non si risolve solo con l’intervento forze dell’ordine”.
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