Grande attesa per Filumena Marturano questa sera su Rai 1. Il film è diretto da Francesco Amato con Massimiliano Gallo e Vanessa Scalera.
Dopo “Natale in casa Cupiello” e “Sabato, domenica e lunedì” la Collection De Filippo – progetto di trasposizione filmica dei capolavori teatrali di Eduardo De Filippo, grande protagonista del teatro italiano ed internazionale, che impegna la Rai nel suo ruolo centrale di Servizio Pubblico dedicato a custodire e rinnovare la memoria culturale del nostro Paese – prosegue oggi in prima serata su Rai1 con “Filumena Marturano”, film diretto da Francesco Amato.
Le commedie di Eduardo fondono in un meccanismo perfetto la comicità con l’inquietudine, il ritmo dell’azione con la riflessione e, sotto un’apparente leggerezza, sono in realtà specchio amaro ed ironico della nostra società.
Filumena Marturano, commedia scritta da Eduardo De Filippo per la sorella Titina, testimonia lo straordinario rapporto umano ed artistico tra i due fratelli. Una commedia “eccezionale” con il suo avere, fin dal titolo, un protagonista al femminile, unico È lei al centro della scena con il suo corpo invecchiato e dolente frutto di decenni di vita in una casa dove è la governante ma non la padrona.
In quello spazio combatte per la sua dignità di essere moglie e madre. Ancora una volta, come in quelle precedenti, il centro del racconto è la famiglia e la ricerca dell’armonia che Eduardo non ha mai avuto nella sua vita personale. Per essere sé stessa FILUMENA costruirà una vita senza lacrime e ingannerà non solo Domenico ma l’intero mondo in cui vive. Su questa figura straordinaria di donna ha lavorato Francesco Amato raccontando anche quello che accade al di fuori del testo teatrale, in una messa in scena di una città governata dagli uomini dove Filumena combatte perché “E ffigli so’ ffigli. E so’ tutte eguali”.
Filumena Marturano, interpretata da Vanessa Scalera, è una donna con un passato da “malafemmina” che combatte per la conquista della sua dignità di moglie di madre.
Domenico Soriano, interpretato da Massimiliano Gallo, è un uomo che non vuole crescere, ricco e distratto. Scoprirà grazie a FILUMENA l’importanza di essere padre. Alfredo Amoroso (Marcello Romolo) il portiere del palazzo dei due protagonisti, sempre coinvolto da Domenico Soriano nella sua disperata ricerca di un’improbabile giovinezza. Rosalia (Nunzia Schiano) la serva fedele di Filumena, a lei deve tutto ed è l’unica a sapere cosa nasconde il passato della sua padrona.
“Sono abituato a fare lunghe chiacchierate con gli attori che vengono a fare i provini, prima di vederli in azione – afferma il regista del film prodotto da Roberto Sessa e Picomedia in collaborazione con Rai Fiction -. Oltre al valore dell’interprete, cerco di capire che persone sono, che mondo frequentano, se sono ricchi o come campano, se sono innamorati, se sono in buoni rapporti con i parenti, e che genere di letture preferiscono. È un lavoro che mi arricchisce. Intimamente invidio il talento degli attori, la bellezza, e soprattutto il loro coraggio. Anche se non lo ammetterei mai (e mai lo concederei ai miei figli) avrei voluto essere attore. A dirla tutta
– se la fortuna mi avesse baciato e mi avesse fatto attore – avrei voluto essere un attore napoletano. Non si è realizzato nulla di tutto ciò: non riesco a mettere in fila due battute neanche col testo sottomano, e soprattutto sono cresciuto in provincia di Cuneo, famosa a Napoli solo per i trascorsi militari di Totò. Peraltro, non bevo caffè, non sono scaramantico, tifo per una squadra finanziata da un’industria di automobili piemontese. Quando mi chiesero se mi incuriosisse l’idea di fare Filumena, dovetti dare alla mia coscienza una buona ragione per accettare. Anche una menzogna qualunque, che non fosse il vil denaro. La trovai, studiando l’opera di De Filippo, ma non era una menzogna: era l’amore per gli attori, appunto. In quelle famose chiacchierate poi, un giovane attore, Giovanni Scotti, che nel film interpreta Umberto, mi disse una cosa che gli promisi mi sarei rigiocato quando i giornalisti legittimamente mi avrebbero chiesto conto di questa bizzarra impresa. Dunque questa è di Giovanni, ma ci credo anche io: Filumena è un testo vivo. E come è giusto che sia, vuole essere rappresentato. Vuole continuare a essere vissuto. Dagli interpreti e dal pubblico”.Molteplice: c’è quella con Soriano, c’è quella con i figli, c’è pure quella tra Soriano e i figli. Un regista di commedie sentimentali come me ci dovrebbe andare a nozze… E invece no: è qui che De Filippo si diverte ad agitare le certezze degli sventurati come il sottoscritto. L’unica lacrima che verserai – dice Eduardo a Filumena – sarà nell’ultima scena. Un melodramma colmo di tenerezza, ma nascosta, o trattenuta, senza abbracciarsi mai, senza concessioni retoriche, senza una lacrima, fino alla fine. Questa è la sfida ambiziosissima che Eduardo ingaggia con il suo testo e i suoi personaggi, e ci consegna oggi. Una celebrazione del lavoro dell’attore, in chiave tematica. Su questo aspetto abbiamo riflettuto con gli sceneggiatori Massimo Gaudioso e Filippo Gili.
Filumena è, a sua insaputa, un’attrice: nell’agonia recita una parte in maniera sublime – riesce a far credere a tutti che sta per morire per davvero. Ma non lo fa attraverso strumenti consapevoli. Lei sa come si recita perché ha molto vissuto e molto sofferto. Questo le hanno insegnato le lacrime mai versate: a recitare. Nella mia visione, solo un’attrice oggi poteva fare Filumena. Vanessa Scalera. Non si è ispirata a Titina, né alla Loren, né alla Bianchi o alla Melato. Ha fatto la sua Filumena. Non ce lo siamo mai detti, ma rivedendola a film finito, credo l’abbia fatta come l’avrebbe fatta la Magnani”.
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