Allarme droga nelle carceri della Campania
”Sette detenuti sono evasi nel pomeriggio dal cortile passeggi dell’istituto penale per minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano.
I fuggiaschi avrebbero approfittato dei lavori in corso, che perdurano da svariato tempo, per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta. Immediate sono scattate le ricerche a opera della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine, per ora senza esito.
Ricordiamo, peraltro, che negli istituti minorili (ma non a Milano), per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei ristretti può arrivare fino 25 anni”.
Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UilPa Polizia Penitenziaria. ”Da qualche tempo, molte delle problematiche che investono le carceri si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni. In particolare, sono in vorticoso aumento i casi d’aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione.
Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori che vanno dal sostanziale disinteresse della politica prevalente e dei governi alle vicende penitenziarie a scelte poco oculate, quale appunto l’innalzamento del limite d’età che consente la detenzione nelle strutture minorili, sulle quali per di più si abbatterà anche la scure della legge di bilancio in corso di approvazione con ulteriori tagli”, spiega il Segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.
”I vari Governi che si sono alternati negli anni”, denuncia il leader nazionale del Sappe, ”anziché adottare provvedimenti che garantiscono ordine e sicurezza nelle carceri hanno dato corso ad una riforma penitenziaria che ha minato proprio la natura stessa di pena e carcere, affidando il carcere ai detenuti e depotenziando anche il ruolo della Polizia Penitenziaria. E questo è grave e inaccettabile”.
Capece ricorda che ”come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria abbiamo in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti.
La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé.
Questa clamorosa evasione conferma, purtroppo, che avevamo ed abbiamo ragione”.
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