Il Re ci ha lasciato. Edson Arantes do Nascimento, per tutti semplicemente Pelé. Unico giocatore della storia ad aver vinto tre edizioni del Campionato Mondiale di calcio, un record di 1281 gol in 1363 partite riconosciuto dalla Fifa.
Eletto Calciatore del Secolo per la Fifa, è considerato insieme a Diego Armando Maradona il più forte giocatore della storia. Un dualismo, una rivalità, che durerà per sempre anche se i due non si sono mai affrontati sul campo appartenendo ad epoche calcistiche diverse.
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Pelè è stato un giocatore totale, fisicamente e atleticamente moderno rispetto ai tempi. Il tutto unito ad una tecnica praticamente perfetta. Intelligenza e velocità, precisione nei passaggi e senso del gol, ma fu anche uno straordinario colpitore di testa, nonostante la statura relativamente ridotta.
E’ stato il faro di quella che viene ancora oggi ritenuta la squadra più forte di sempre, il Brasile campione del Mondo nel 1970. Dopo una lunghissima carriera da calciatore, fra Brasile e Stati Uniti, Pelè è stato poi un dirigente calcistico ed ha avuto anche una parentesi da attore nel celebre film ‘Fuga per la vittoria’ di John Houston.
Pelé, la carriera tra Brasile e Stati Uniti al Santos e ai Cosmos
La sua celebre rovesciata è una delle scene più iconiche della storia del cinema e uno dei gesti tecnici più famosi nella storia del calcio. Pelè è stato anche ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e l’ambiente, mentre dal 1995 al 1998 è stato ministro dello sport brasiliano sotto la presidenza Cardoso.
Nato in un piccolo centro nella stato del Minas Gerais, il 23 ottobre 1940, Pelè ha legato la sua carriera da calciatore al Santos, squadra con cui ha esordito a soli 15 anni. In 19 stagioni O Rei ha vinto 10 titoli paulisti, 6 campionati brasiliani, 2 Coppe Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali.
Il 19 novembre 1969 Pelé segnò il 1.000º gol in carriera. La rete, chiamata familiarmente O Milésimo (Il Millesimo), è stata realizzata contro il Vasco da Gama su calcio di rigore allo Stadio Maracanã.
Nel 1975, dopo un anno lontano dai campi di gioco, Pelé fu ingaggiato dai New York Cosmos, come uomo immagine della neonata North American Soccer League (NASL), che gli offrì, con il beneplacito del governo brasiliano, un contratto di circa 4,5 milioni di dollari per tre anni.
Con la squadra di New York riuscì a vincere il campionato nel 1977 e fu nominato MVP nel 1976. Il 1º ottobre 1977 Pelé concluse la sua carriera disputando un’amichevole tra Cosmos e Santos, le sue due squadre. La partita fu disputata in un Giants Stadium tutto esaurito e fu trasmessa dalle televisioni di 38 Paesi di tutto il mondo.
Pelé in Nazionale: tre volte campione del mondo
Un capitolo a parte merita la carriera di Pelè con la nazionale brasiliana. Il debutto avvenne il 7 luglio 1957, tre mesi prima del suo 17º compleanno, contro l’Argentina, segnando anche un gol.
Considerato un predestinato, già soprannominato la Perla Nera, Pelè si rivelò al Mondo in occasione dei Campionati Mondiali del 1958 in Svezia. Realizzò il primo gol ai Mondiali contro il Galles il 19 giugno 1958, rete che determinò l’1-0 finale consentendo al Brasile di qualificarsi alle semifinali.
In semifinale contro la Francia il 24 giugno Pelé segnò una tripletta che determinò il 5-2 finale. Grazie a queste reti diventò il più giovane a realizzare tre gol ai Mondiali (17 anni e 244 giorni).
Il 29 giugno 1958 Pelé scese in campo allo stadio Råsunda nella finale contro i padroni di casa della Svezia e a 17 anni e 249 giorni fu il più giovane calciatore a giocare una finale di Coppa del Mondo. La Seleção sconfisse la Svezia per 5-2 aggiudicandosi il suo primo titolo Mondiale, anche grazie a due reti di O Rei.
Il primo gol di Pelé, un pallonetto a superare il difensore, seguito da un preciso tiro al volo, in seguito è stato scelto come uno dei più grandi gol nella storia della Coppa del Mondo. Nel 1962, Pelè si laureò per la seconda volta di fila campione del Mondo con il Brasile anche se giocò solo le prime due partite (1 gol segnato) a causa di un infortunio contro la Cecoslovacchia.
Destino analogo nel 1966, quando un infortunio nella seconda partita contro la Bulgaria (dopo aver segnato un gol) di fatto compromise le speranze verdeoro di competere per il titolo. Pelè si riscattò quattro anni dopo, trascinando la Seleçao alla vittoria del suo terzo Campionato del Mondo battendo l’Italia per 4-1 nella finale di Città del Messico.
Il gol di testa dell’1-0 è considerato uno dei più belli della storia, il suo marcatore Burgnich, dopo la partita dichiarò: “Prima della partita mi ripetevo che era di carne ed ossa come chiunque, ma sbagliavo”.
In totale Pelè segnò 4 gol, diventando uno dei tre giocatori nella storia del calcio ad aver segnato almeno un gol in 4 edizioni dei Mondiali. O Rei giocò l’ultima partita con il Brasile nel 1976, chiudendo con 92 partite e 77 reti all’attivo. E’ a tutt’oggi il miglior cannoniere nella storia della Seleçao.
Articolo pubblicato il giorno 29 Dicembre 2022 - 20:42