Oltre 400 donne nel 2022 hanno chiesto aiuto ai sei centri antiviolenza del Comune di Napoli. Sono i dati, definiti “drammatici” dall’assessora Ferrante, resi noti in municipio durante un incontro con le associazioni operanti sul territorio.
Obiettivo del confronto “delineare il percorso e le azioni di un piano strategico trasversale che veda tutti coinvolti nella battaglia contro ogni forma di violenza di genere ed uniti nello sforzo di accompagnare le donne verso una condizione di autonomia e di dignità”, sottolinea Ferrante.
“Più di 400 donne in 12 mesi significa più di una donna che denuncia al giorno, ed il numero di quelle che vengono a denunciare ed a chiedere aiuto è comunque molto inferiore rispetto a quelle che ne avrebbero realmente bisogno. Il dato è davvero sconfortante e quindi dobbiamo mettere in atto una strategia che possa essere molto più incisiva e che passa sicuramente dai nostri ragazzi che devono sapere quello che accade in un paese che dovrebbe essere civile che evidentemente, guardando questi numeri, non lo è”, sottolinea la rappresentante di Giunta.
“Dopo due anni di chiusura a causa della pandemia, in circa un anno di lavoro abbiamo accolto 406 donne e c’è poi un altro centro di accreditato che lavora su Scampia che ha accolto 48 donne. Si tratta di un dato molto preoccupante, le donne che arrivano ai Cav sono per lo più disoccupate e il dato che sconforta di più è che ci sono 650 figli di cui il 60% sono minorenni.
Abbiamo quindi una grossa fascia della violenza cosiddetta ‘assistita’ che richiede l’attenzione nostra e delle istituzioni”, spiega Rosa Di Matteo, coordinatrice dei centri antiviolenza di Napoli. “C’è bisogno che i centri antiviolenza lavorino con continuità, i dati dimostrano che sono enti centrali nel contrasto alla violenza, il luogo in cui si acquisisce consapevolezza della condizione in cui si vive. É fondamentale quindi che non chiudano e che le donne sappiamo che ci sono posti sicuri dove poter andare”.
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