“Dopo l’operazione della procura distrettuale di Catania oltre 900.000 italiani, sorpresi a guardare illegalmente contenuti a pagamento, rischiano gravi conseguenze penali ed economiche.
Una rivoluzione culturale e normativa non e’ piu’ rinviabile. Serve un’alleanza di sistema che rimetta al centro la tutela dei contenuti. La notizia di questa mattina ci dimostra che una via c’è”. Lo afferma il commissario Agcom Massimiliano Capitanio dopo gli esiti dell’operazione, denominata “Gotha”, che ha portato allo smantellamento di una banda che operava a livello transnazionale e che da sola gestiva il 70 per cento dello streaming illegale in Italia, coinvolgendo oltre 900.000 utenti dislocati su tutto il territorio nazionale.
Un giro d’affari da oltre 10 milioni di euro al mese, vendendo ‘abbonamenti’ a 10 euro al mese a oltre 900mila utenti, arrecando un danno al mercato ufficiale da oltre 30 milioni di euro. Sono le cifre della banda dello streaming illegale, che gestiva oltre il 70% delle offerte illecite, disarticolata dalla polizia con l’operazione ‘Gotha’ contro la pirateria audiovisiva.
Coordinata dalla Procura di Catania, è stata eseguita di Centri operativi sicurezza cibernetica della Polizia postale in 22 province italiane. Nell’inchiesta sono indagate 70 persone, a cui sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, truffa e altro.
Le indagini, avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del servizio polizia postale di Roma, hanno fatto emergere l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico, i cui capi erano distribuiti sul territorio nazionale e in Inghilterra, Germania e Tunisia, dove sono collocati i server. La struttura era fortemente gerarchica e c’era un gruppo ristretto, operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, che ha costituito una sorta di ‘Gotha’ del mercato nazionale illegale dello streaming.
Il dato è evidenziato anche da intercettazioni in cui si ricostruisce che “c’è un boss… 5 capi decine”. Il gruppo vuole che si tenga un basso profilo e contesta a uno di loro esporsi troppo perché “spendi 50mila euro l’anno per l’auto nuova” e “compri scarpe da 300 euro”. Ma al momento non emergono contatti con la criminalità organizzata. Alcuni degli indagati sono ufficialmente nullatenenti e percettori di Reddito di cittadinanza.
I soldi guadagnati illegalmente sono stati reinvestiti in operazioni finanziarie, acquisti di immobili, beni di lusso, società commerciali. Il direttore della Polizia postale, Ivano Gabrielli, sottolinea il rischio di sottovalutazione da parte dei ‘clienti’: “chi fa l’abbonamento illegale – spiega – magari pensa che stia facendo una piccola cosa, ma in realtà contribuisce fattivamente a finanziare un mercato criminale con ricavi enormi”. Le indagini riguardano anche i ‘venditori’, che avevano un utile di 2-3 euro a ‘contratto’.
Il presidente della Federazione per la tutela delle industrie audiovisive e multimediali (Fapav) “plaude alla polizia e alla Procura di Catania” e sollecita “l’approvazione in tempi rapidi della proposta di legge antipirateria depositata alla Camera dei deputati”. Per l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Duilio, l’operazione “Gotha” “dimostra ancora una volta quanto la pirateria sia un fenomeno gestito dalla criminalità” e conferma che la società “è, e sarà sempre, al fianco delle forze dell’ordine in questa lotta in difesa dell’industria audiovisiva e a tutela di tutti coloro che si abbonano legalmente”.
Dazn osserva come dall’inchiesta emergano “numeri impressionanti” che devono “far riflettere seriamente sull’ingente danno che la pirateria continua a provocare al settore audiovisivo e, nel nostro caso, allo sport”.
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