All’Ospedale del Mare dal prossimo 1 dicembre sarà attiva la Stroke Unit con 5 posti letto di degenza subintensiva, di cui uno in isolamento. Una struttura all’avanguardia, provvista di un sistema di monitoraggio continuo multiparametrico di ultima generazione, letti bilancia, ventilatori, presidi per la prevenzione di complicanze e per la mobilizzazione e riabilitazione precoce.
Ma le tecnologie non si possono sostiuire alle professionalità che sono e resteranno sempre i protagonisti principali, per questo la Stroke Unit avrà a disposizione personale dedicato h24/24 e 7 giorni su 7, con almeno un neurologo dedicato per turno lavorativo e personale infermieristico esperto.
«La Stroke Unit dell’Ospedale del Mare – spiegano il dottor Vincenzo Palma (direttore dell’Unità Operativa Neurologia) e il Responsabile dell’Unità Operativa Neurologia Interventistica dr. Vincenzo D’Agostino – garantirà standard altissimi: terapia fibrinolitica endovenosa, neurosonologia, neuroradiologia con tecniche di imaging avanzate ed una sala di interventistica endovascolare con angiografo digitale per trombectomia meccanica, neurochirurgia, chirurgia vascolare, riabilitazione precoce (fisioterapia e logopedia) ed altre competenze multidisciplinari, già oggi presenti nel contesto dell’Ospedale del mare».
Un gruppo multidisciplinare è già a lavoro sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA). Partendo da linee guida di riferimento nazionale, il gruppo sta ridisegnando la gestione del paziente, dall’arrivo in Stroke Unit fino alla sua dimissione dall’ospedale. «Lo sforzo per raggiungere questo importante traguardo di salute è stato imponente, dice il direttore generale Ciro Verdoliva.
«Gli uffici e i professionisti che hanno lavorato a questo progetto hanno dimostrato la capacità di saper adeguare costantemente l’offerta assistenziale ai bisogni del paziente. Siamo certi che grazie ad una solida rete assistenziale, a percorsi sicuri, idonei e personalizzati, all’ausilio e all’impiego di attrezzature all’avanguardia, questo nuovo assetto strutturale sarà in grado di migliorare ulteriormente la gestione, oltre che la qualità e l’aspettativa di vita, di questi pazienti e assicurare al meglio il proprio ruolo di co-protagonista nell’ambito della rete regionale tempodipendente».
Articolo pubblicato il giorno 28 Novembre 2022 - 15:23