Napoli chiese chiuse? Il Cardinale Sepe: “Non tutte sono della diocesi”. L’ex arcivescovo di Napoli replica alla trasmissione Report
Non avrebbe voluto replicare “per non innescare ulteriori polemiche” ma ha sentito “l’obbligo come vescovo di far conoscere la verità” precisando “che non tutte le chiese presenti a Napoli appartengono alla diocesi, quelle che fanno capo alla Curia sono appena il 15 per cento”.
L’ex arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, chiamato in causa dalla trasmissione Report andata in onda lunedì scorso sulle chiese chiuse a Napoli (alcune oggetto anche di abusi edilizi) è come un fiume in piena. Oggi ha convocato una conferenza stampa alla basilica del Buon Consiglio di Capodimonte, a Napoli, per far sentire le sue ragioni.
“A Napoli ci sono delle chiese chiuse e un giornalista dovrebbe conoscere come stanno le cose”, ha attaccato Sepe. “In città abbiamo centinaia e centinaia di edifici di culto e quelli che sono di responsabilità della Curia non arriviamo neanche al 15 per cento. Le altre sono del Fec – Fondo edifici culti- poi una buona parte è del Comune e infine del demanio”, ha proseguito l’ex arcivescovo.
“Per le nostre, alcune molto antiche e talvolta in abbandono, abbiamo deciso di riaprirle ma non potendo assumerci tutto l’onere della ristrutturazione abbiamo creato una commissione e le abbiamo messe a disposizione gratuitamente”,
ha precisato ancora.“Chi le ha prese le deve ristrutturare, poi si devono rispettare le finalità del luogo di culto e dove è possibile opere a carattere sociale e culturale. E infine non sub affittate. E poi se vi sono stati degli abusi immediatamente sono stati cacciati via“, ha concluso Sepe.
Per la cittadella apostolica “abbiamo rispettato in pieno la volontà di don Cascella” ovvero il “fitto della struttura viene destinato all’assistenza dei preti poveri”. Lo ha detto l’ex arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, replicando alla trasmissione Report.
La cittadella apostolica è un complesso di edifici che nel 1979 fu lasciato in eredità alla Curia di Napoli da un parroco napoletano, don Cascella, per accogliere i sacerdoti poveri. Ma come riferito da Report nella puntata di lunedì scorso la struttura è stata concessa in fitto per 18 anni ad un imprenditore casertano (che vi ha allocato un hotel) e la somma mensile, ha precisato Sepe nel corso di una conferenza stampa, viene devoluta, anno per anno, proprio alla cura e all’assistenza dei preti anziani che vivono nella “Casa del Clero” a Capodimonte.
Un’operazione di affitto che è stata autorizzata anche dal Vaticano, ha aggiunto ancora Sepe ricordando che l’imprenditore ora conduttore degli immobili si è fatto carico dei costi di ristrutturazione che ammontano a diversi milioni di euro. Al termine del contratto di fitto la Curia di Napoli riavrà una struttura completamente ristrutturata “che prima era ridotta ad un vero e proprio rudere”, ha precisato ancora il presule.
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