Molto rumore per nulla, il 12 novembre al Trianon Viviani. a compagnia Nest approda al Trianon Viviani con un adattamento in napoletano di Molto rumore per nulla di Shakespeare, curato e diretto da Giuseppe Miale Di Mauro. La storia, interpretata da giovani attori, è ambientata a Napoli, con musiche della tradizione partenopea e cenni al cantautorato pop degli anni ’90, curate da Mariano Bellopede.
“William Shakespeare quattrocento anni fa aveva già capito il pop riuscendo a coinvolgere con il suo teatro tutti i ceti sociali diventando icona identitaria di una nazione intera.”
Così parla del bardo il direttore del British Museum, e continua chiosando: “Seguendo il suo esempio, il British sarà un museo che non servirà soltanto alla formazione degli intellettuali ma anche al divertimento e al piacere.”
Noi, con la giusta ironia, proviamo a far nostro il pensiero del direttore per raccontare il personale adattamento della tragicommedia di Shakespeare. Ormai, nel lessico comune di ognuno, c’è l’espressione “molto rumore per nulla” per indicare la semplice soluzione di un problema apparentemente più grande. Il testo originale è ambientato a Messina, noi lo spostiamo di qualche centinaio di chilometri più a nord, nella nostra Napoli. E già fa sorridere pensare a Napoli come al nord di qualcuno.
Interpretando De Crescenzo e il suo professor Bellavista. Una villa lussuosa, quella di Leonato, che accoglie il passaggio degli eroi, anticipati da una notizia alla radio che ci racconta della cattura del più grande boss della mafia siciliana. Siamo evidentemente negli anni 90. Sarà quello lo scenario in cui si svolgerà la vicenda che vede fiorire e sfiorire l’amore tra i due innamorati Claudio ed Ero, e tra gli incalliti odiatori dell’amore stesso Benedetto e Beatrice che si convertono dopo essere state vittime di uno scherzo.
Che vede dipanarsi l’intrigo architettato da Don Giovanni per rovinare la vita del giovane Claudio preferito a lui dal “capitano” Pedro. E tra queste fitte trame s’insinua la comicità farsesca delle guardie pronte a vigilare sulla tranquillità della villa, messa costantemente in discussione dalla loro stessa incapacità. Una commedia dalle tinte tragiche che collocheremo in un tempo icona del pop senza dimenticare il classico.
Con un linguaggio che abbandona i versi per dedicarsi a una prosa asciutta e diretta, senza perdere di vista la vena poetica del drammaturgo inglese. Con accenni al dialetto napoletano per colorare in salsa partenopea la vicenda.
L’intreccio drammaturgico sarà condito da contributi musicali: brani della tradizione napoletana ma non solo, anche cenni al cantautorato pop degli anni 90. A mo’ di commedia musicale, i versi saranno quindi “incastrati” in musiche note e riconoscibili, cantate dal gruppo di attori in scena.
Giuseppe Miale di Mauro
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