I lavoratori della Jabil di Marcianise tornano a scioperare contro la decisione dell’azienda di procedere a 190 licenziamenti.
Lunedì 14 novembre le rappresentanze sindacali aziendali hanno infatti proclamato otto ore di sciopero con presidio a Napoli a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania; i lavoratori si concentreranno allo stabilimento di Marcianise, e raggiungeranno Napoli con pullman messi a disposizione dalle segreterie regionali dei sindacati di categoria Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Failms.
Prosegue dunque la moblitazione dei lavoratori, che nelle scorse settimane hanno effettuato scioperi, presidi, cortei e manifestazioni tra Caserta e Napoli. La procedura di licenziamento collettivo è stata avviata dalla Jabil il 23 settembre scorso; da allora i vertici della multinazionale dell’elettronica Usa e i sindacati, si sono incontrati quattro volte – l’ultima il 7 novembre scorso – nell’ambito della fase sindacale prevista dalla procedura, ma le parti sono rimaste distanti.
I sindacati hanno insistito sulla necessità di ritirare la procedura per poi trattare su strumenti alternativi ai licenziamenti, l’azienda ha ribadito l’intenzione di andare avanti con gli esuberi, per portare entro pochi mesi la forza lavoro del sito casertano dalle attuali 440 unità a 250, soglia ritenuta adeguata per “saturare” le commesse su cui la Jabil – che ha stabilimenti in tutto il Mondo – è attualmente impegnata a Marcianise.
“Fallita” la fase sindacale del confronto, i sindacati puntano ora sulla “fase istituzionale” prevista dalle norme sui licenziamenti collettivi, fase che durerà trenta giorni (fino al 7 dicembre), durante i quali dovranno essere le istituzioni, Regione e Mise in primis, a dover cercare di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti; esaurita senza esito anche questa fase, la Jabil potrà infatti iniziare ad inviare le lettere di licenziamento ai lavoratori.