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Il narcos Imperiale spendeva 7 milioni di euro ogni 3 mesi per “la bella vita a Dubai”

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Nel primo trimestre del 2020 il narcotrafficante internazionale napoletano 48enne Raffaele Imperiale, attualmente detenuto in un carcere italiano dopo essere stato arrestato a Dubai, avrebbe speso quasi sette milioni di euro per le sue esigenze personali.

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A scoprirlo sono stati gli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Napoli grazie alla disamina del contenuto delle chat trasmesse dall’autorità giudiziaria francese.

I messaggi criptati che si sono scambianti Imperiale e il suo contabile, Corrado Genovese, 34 anni, sono contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip di Napoli Linda D’Ancona ha disposto 28 arresti in carcere (notificati da Polizia e Guardia di Finanza) nei confronti dei componenti la sofisticata banda transnazionale di trafficanti di cocaina guidata proprio dal narcos di Castellammare di Stabia.

Il dato mette in evidenza l’enorme disponibilità finanziaria accumulata da Imperiale, il cui nickname sulla piattaforma Encrochat è “Opentiger”. Nella foto inviata il 3 aprile 2020 a Genovese (che ha come nickname “Mightywood”) vengono riepilogate le spese personali e di gestione di Imperiale relative al primo trimestre 2020, che ammontano a oltre 6 milioni e 922mila euro.

Figurano, per esempio, 181mila euro alla moglie, 492mila al cognato, 30mila per la compagna di quest’ultimo, 497mila euro per la sua ex moglie. Nella lista è anche incluso il boss di camorra del clan Amato Pagano Raffaele Mauriello (nome in codice Floky) a cui sono destianti 155mila. Poi è annoverata una cifra considerevole per i voli aerei, ben 214.510 euro, di cui 5mila per gli spostamenti della suocera e di sua sorella, oltre a regali per 200mila euro e oltre 131mila per gli extra.

Il broker narcos Bruno Carbone fermato e consegnato da milizie siriane

E’ stato catturato lo scorso marzo nel nord-ovest della Siria da una milizia una volta legata ad al Qaida il narcotrafficante internazionale napoletano Bruno Carbone, approdato a Roma dalla Turchia, nei giorni scorsi.

Lo scrive Il Foglio che cita, come fonte, un ricercatore del Washington Institute, Charles Lister, il quale, a sua volta, avrebbe avuto conferme proprio da persone in contatto con la milizia in questione, la Hayat Tahrir al Sham (Hts), formazione militante salafita attualmente attiva e coinvolta nella guerra civile siriana.

Il narcotrafficante partenopeo sarebbe stato preso a Kaftin, a nord di Idlib. Cercava di raggiungere il territorio controllato dal regime di Bashar el Assad. E’ stata la milizia ad agevolare il suo approdo in Turchia da cui è poi partito per Ciampino dove è stato preso in carico dalle forze dell’ordine italiane (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri).

E’ la prima volta – viene sottolineato nell’articolo – che un gruppo jihadista compie un passo del genere verso un paese occidentale anche se – sembrerebbe – con la mediazione degli Emirati Arabi Uniti. Bruno Carbone è legato a doppio filo con un altro narcotrafficante di caratura internazionale, Raffaele Imperiale, anche lui da qualche mese in Italia dopo essere stato arrestato a Dubai, dove anche Carbone ha trascorso parte della sua latitanza.

Entrambi, insieme con presunti elementi di spicco di diverse cosche della ‘ndrangheta, sono stati raggiunti ieri da una delle 28 misure cautelari in carcere notificate ieri dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza grazie alle quali è stato possibile sgominare una delle organizzazioni dedite al traffico di cocaina dal Sud America al resto del mondo considerata tra le più importanti a livello mondiale, un sodalizio articolato guidato proprio da Imperiale e Carbone.


Articolo pubblicato il giorno 17 Novembre 2022 - 12:25

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