Gragnano. Su quei volti segni inequivocabili, di quelli che non vanno facilmente via. Segni che spengono gli sguardi e disarmano.
Segni di una stessa mano, quella che da 10 anni colpiva duro, puntuale, pesante come un macigno. E non era mai sola. Ad accompagnarla insulti, minacce e risate beffarde.
Quando i carabinieri della sezione radiomobile di Castellammare di Stabia sono entrati in quell’abitazione di Gragnano, una donna ha aperto loro la porta. Il viso tumefatto, gli occhi gonfi, le labbra sanguinanti. Un filo di voce per invitarli ad entrare.
Ferite anche le figlie, una appena maggiorenne, l’altra poco più che 13enne.
10 anni di violenze subite senza mai denunciare. Meglio tacere, perché quell’incubo poteva anche peggiorare.
Non questa volta. Qualcuno ha sentito chiaramente il suono delle botte uscire da quelle finestre e ha composto il 112. I militari sono arrivati in un attimo e hanno compreso tutto.
A finire in manette un 41enne del posto già noto alle forze dell’ordine.
Ora è in carcere e presto dovrà rispondere al giudice di tutte quelle violenze.
Per le 3 donne qualche garza e qualche medicinale che lenirà il dolore. Quello fisico. A guarire le ferite dell’animo solo il tempo.
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