Ormai sono già passati due anni da quando il calciatore più forte di tutti i tempi se n’è andato. Stiamo parlando di Diego Armando Maradona e del grande vuoto che ha lasciato la sua scomparsa, non solo in Argentina, ma pure nella sua città adottiva, ovvero Napoli, che l’ha reso, e ha reso a sua volta, grande.
Un ricordo di Maradona che cade proprio durante l’edizione 2022 dei Mondiali di calcio. Neanche i più imprevedibili appassionati di scommesse Mondiali avrebbero mai pensato che questa competizione potesse mai essere organizzata in autunno inoltrato, ad un passo dall’inverno. Eppure, tutto può succedere, con l’edizione in Qatar che mette di fronte ancora una volta Messi e Cristiano Ronaldo, che vogliono giocarsi le ultime chance di vincere il titolo iridato con la propria nazionale. E, magari sperano di vedere inseriti, in tal modo, i loro nomi nella leggenda del calcio. Le capre scelgono il GOAT: un simpatico esperimento del blog sportivo L’insider, inserisce anche l’argentino e il portoghese in un quintetto di nomi, insieme a Maradona, Zidane e Pelè, per giocarsi il titolo di GOAT, ovvero il miglior giocatore di sempre.
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Negli anni Ottanta la tecnologia non era così diffusa nel mondo del calcio come al giorno d’oggi. Anzi, si trattava di un’epoca in cui l’assistenza dei filmati audio-video mancava del tutto e bisognava fidarsi unicamente delle sensazioni sul campo. Ebbene, in quel periodo Maradona veniva preso di mira in modo indicibile dagli avversari, che lo randellavano di falli come se non ci fosse un domani.
Ed esiste proprio una statistica che riguarda questo aspetto che è davvero impressionante e lascia un po’ tutti a bocca aperta. El Pibe de Oro è stato il protagonista numero uno nel corso dell’edizione del 1986 dei Mondiali di calcio , quando trascinò la sua Argentina a una storia affermazione, che lo fece diventare a tutti gli effetti un mito in patria.
Nonostante ormai da due anni Diego se ne sia andato da questo mondo, il suo ricordo rimane indelebile e anche qualche su record. Va bene la mano de Dios, ma gli arbitri avrebbero allora dovuto cominciare a fischiare molto di più e a tirar fuori diversi cartellini rossi visto quanto succedeva in campo e come Maradona veniva preso di mira dagli avversari.
In quel periodo non c’era davvero possibilità di respirare per il numero dieci dell’Argentina, che veniva tartassato ad ogni azione. Prima di ogni partita doveva assumere antidolorifici su antidolorifici per poter scendere sul terreno di gioco, dal momento che le sue caviglie erano martoriate e si gonfiavano in modo assurdo.
Sul campo, però, Maradona non protestava mai, né simulava di aver subito degli interventi scorretti e non ha mai avuto particolari reazioni scomposte. Era ben conscio che il fatto di essere il più forte di tutti portava in dote inevitabilmente anche quel carico di infortuni e fallacci. Basti pensare come in Argentina- Messico, ai Mondiali del 1986, ben sette dei sedici falli complessivamente commessi dagli inglesi miravano proprio alle gambe del numero Diez.
Nel corso di tutte le partite con la maglia dell’Argentina ai Mondiali del 1986, Maradona fece registrare un altro record clamoroso. Infatti, El Pibe de Oro subì la bellezza di 53 falli complessivi. Ancora oggi, questo dato si può considerare un primato per questa competizione. Anche a Italia ’90 Maradona non subì un trattamento tanto migliore, dato che nel corso del torneo si fermò a ben 50 interventi fallosi subiti. E sul gradino più basso del podio, troviamo anche i 36 falli subiti al Mondiale del 1982 in Spagna.
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