E’ stato condannato due anni e mezzo di carcere Lello Sacco, il titolare della nota discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota dove la notte tra il 10 e l’11 agosto del 2015, trovò la morte il giovane Crescenzo Della Ragione.
Il giovane di Giugliano fu colpito da un sasso staccato dal costone della montagna che sovrasta la discoteca. I giudici del Tribunale di vallo della Lucania hanno anche condannato la società che gestiva il locale, la Ciclope srl al pagamento di un indennizzo a carico dei familiari della vittima, il padre (difeso dall’avvocato Felice Lentini) e la madre (difesa dal penalista Domenico Lentini). La provvisionale dovrà essere calcolata in sede civile.
Era già stato condannato a un anno e sei mesi Antonio Campanile che aveva chiesto il rito abbreviato. Il buttafuori di Napoli era accusato di favoreggiamento per aver fatto sparire il masso che travolse e uccise Crescenzo.
Erano invece stati prosciolti dal gip gli altri imputati, tra cui gli ex sindaci di Camerota Domenico Bortone, Antonio Troccoli, e Antonio Romano. Quest’ultimo era primo cittadino nel 2015 quando avvenne la tragedia. Niente processo anche per i tre comandanti dei vigili urbani Antonio Ciociano, Donato Salvato e Giovanniantonio Cammarano e i due tecnici Antonio Gravina, e Gennaro D’Addio. Tutti erano accusati di omicidio colposo.
“Con questa sentenza – hanno commentato a Il Mattino, gli avvocati e cugini Lentini – vengono finalmente riconosciute le responsabilità di una morte che qualcuno aveva pensato di far passare per casuale senza il riconoscimento di alcuna responsabilità. Abbiamo fatto un primo passo importante verso la verità dei fatti sperando di dare conforto ad una famiglia che è devastata dal dolore”.
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