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AIDS, meno controlli e più infezioni. L’allarme del Cotugno

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Meno test di controllo e più infezioni scoperte in fase già avanzata. È un trend estremamente preoccupante quello relativo ai casi di HIV e AIDS registrati al Cotugno di Napoli.

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Se nel 2020 gli accessi in ospedale per controllo e test di positività erano stati 664 e 52 erano stati i casi di infezione riscontrati, e nel 2021 su 564 accessi sono state 57 le positività su 169 nuovi casi complessivi in Campania (dato comunicato al COA dal CeRifARC e pubblicato nel Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità di Novembre 2022), al mese di novembre 2022 il numero di accessi in ospedale per controlli e test è sceso a 358, ma si registra un aumento del numero delle positività.

Ancor più grave è il ritardo con il quale i pazienti arrivano ad una diagnosi. «A causa della pandemia – spiega il dottor Vincenzo Sangiovanni direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’Immunodepresso – molti pazienti hanno rinunciato ad un percorso di indagine precoce e sono arrivati da noi con forme di infezione già avanzata, o addirittura, in alcuni casi di AIDS già conclamata, anche in pazienti under 40». Dal Cotugno arriva anche un allarme relativo alle modalità di trasmissione del virus, che oggi si diffonde soprattutto a causa di rapporti non protetti in coppie eterosessuali.

Dai dati del Cotugno i più colpiti a Napoli e in provincia, risultano essere i quarantenni, ma anche i giovanissimi che, spesso, ignorano del tutto il problema, ritenendo l’AIDS una malattia ormai non più presente nel nostro paese. L’allarme dei medici del Cotugno è ancor più forte perché arriva in occasione della Giornata Mondiale di lotta all’AIDS, giornata istituita il 1 dicembre proprio per sensibilizzare e far conoscere la malattia. «Benché a tutt’oggi non esista una terapia capace di eradicare il virus – dice Elio Manzillo, direttore della UOC Malattie infettive e dell’immigrazione – arrivare ad una diagnosi precoce è essenziale.

Rispetto a decine di anni fa, oggi abbiamo a disposizione terapie che consentono di vivere una vita praticamente normale anche alle persone sieropositive. I farmaci antiretrovirali sono efficaci e sono in grado di controllare la replicazione virale. La terapia permette alle persone HIV positive di ritardare l’insorgere e, in alcuni casi, di non arrivare mai alla fase conclamata di malattia, l’AIDS».

Anche l’approccio alla patologia è cambiato negli anni. «Oggi c’è maggiore attenzione anche al benessere generale dei pazienti sieropositivi – spiega Vincenzo Esposito, direttore della UOC Malattie infettive e medicina di genere – Al Cotugno, presso il nostro ambulatorio, abbiamo un percorso che prevede consulenza psicologica, supporto nutrizionale e anche la consulenza di un personal trainer per seguire i pazienti anche via web app con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita, così come indicato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità».

Tutti i lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9 alle 12, è possibile effettuare il test anonimamente e senza impegnativa del medico di base. «Il fatto che la pandemia abbia ritardato le diagnosi al punto da vedere oggi molti casi conclamati – dice Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – ci spinge ad alzare di molto il nostro livello di comunicazione nei confronti della cittadinanza e a fare sempre di più per potenziare i nostri servizi. Dobbiamo fare in modo che il tema dell’HIV sia ancora oggi presente soprattutto nelle scuole, per far sì che i giovani siano preparati e pronti a difendersi da un nemico che, a torto, ritengono ormai superato».


Articolo pubblicato il giorno 29 Novembre 2022 - 14:55

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