Quando ha capito di essere finito nel mirino dei killer ha tentato la fuga Pasquale Angellotti.
Ma i sicari sono stati più veloce del ras di Miano. Avevano una missione di morte da compiere e l’hanno portata a termine. I colpi sono stati esplosi da un’auto che ha affiancato quella della vittima e che è stata ritrovata non distante dal luogo dell’omicidio, data alle fiamme. Sull’auto della vittima, un modello recente di Fiat 500, almeno cinque i colpi esplosi sul parabrezza poco più in alto del volante.
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L’agguato era stato studiato nei dettagli visto che era presente sul posto anche una seconda auto di appoggio che ha portato via i sicari dopo che quella utilizzata è stata data alle fiamme per cancellare tutte le possibili tracce. Un lavoro da professionisti. Del resto la vittima è uno di quelli che in gergo viene definito bersaglio grosso e chi ha ordinato la sua morte non poteva consentire errori.
Naturalmente il lavoro investigativo è partito subito con controlli mirati a casa di pregiudicati e personaggi abili ad usare le armi con precisione. Interrogati i familiari e soprattutto il figlio che si è lasciato andare e pesanti minacce sul luogo dell’agguato.
L’agguato di camorra in cui è stato ucciso nel pomeriggio il boss Pasquale Angellotti è l’ultimo, e il più cruento, di una serie di episodi analoghi avvenuti a Napoli nelle ultime ore. Gli investigatori sono al lavoro per capire se tutti e quattro i casi avvenuti in questi giorni siano riconducibili alla criminalità organizzata e, eventualmente, se via sia qualche collegamento tra di essi.
Ieri, Antony Artiano un giovane di 23 anni, figlio del ras Giovanni Artiano, braccio destro del boss Antonio Scognamillo, storico capozona di Soccavo detto Tonino o ‘ parente è stato gravemente ferito in un agguato scattato nel rione Traiano di Napoli: il giovane è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco che l’ha raggiunto alla testa. E’ stato portato nell’Ospedale del Mare dove si trova ricoverato in gravi condizioni.
Ma forse in questo caso la camorra non c’entra: non si esclude, infatti, che il tentativo di omicidio sia legato ad una lite per questioni personali. Sempre ieri, nel quartiere di Ponticelli, il pregiudicato di 48 anni Luigi Amitrano detto Hulk fratello del ras Domenico detto Mimì ’a puttana è stato gambizzato a pochi metri da una scuola. L’uomo è nipote di un elemento di spicco del clan De Luca Bossa ed è stato colpito in una zona ritenuta sotto il controllo criminale dei rivali del gruppo, i De Micco.
Ancora nella zona del rione Traiano, martedì, è stato preso di mira un altro giovanissimo: il 19enne Fabio Volpe ritenuto dagli investigatori vicino al clan Vigilia. Il ragazzo è stato centrato da un colpo d’arma da fuoco allo zigomo ed è vivo per miracolo.
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