C’è il cappellaio che vuole sfruttare la sua manualità, e chi vuole coronare il sogno coltivato da bambino.
Chi vuole proseguire la tradizione di famiglia o semplicemente continuare a formarsi per migliorare; e c’è persino lo straniero che vuole far proprio un know how “unico” e “portarselo all’estero”.
Sono gli identikit di alcuni dei diciotto partecipanti alla sesta edizione del corso per diventare casari, partito il 26 ottobre al Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, alle Regie Cavallerizze, all’interno del complesso della Reggia di Caserta; ad organizzarlo la Mbc Service, società in house del Consorzio che gestisce la Scuola di formazione per casari.
“L’obiettivo – sottolinea il presidente del Consorzio Domenico Raimondo – è creare tra i giovani le figure-chiave del comparto, anche in questi tempi così incerti e difficili”. Marco Nobis, amministratore della Mbc Service, spiega che “la Scuola di formazione lattiero-casearia del Consorzio di Tutela è stata fondata nel 2017 e colma una lacuna innanzitutto al Sud. È infatti l’unica in Italia direttamente gestita da un consorzio”.
Finora si sono diplomati al Consorzio quasi 100 studenti arrivati da ogni parte del mondo (Usa, Australia, India, Israele, Bolivia, Kirghizistan, Regno Unito), a conferma dell’appeal internazionale del progetto; e anche quest’anno a partecipare c’è l’americano Michael, che vive in Francia dove la moglie ha una pasticceria.
“In Francia la mozzarella di bufala è molto gettonata – spiega -. Per questo ho deciso di formarmi come casaro”. Gli altri corsisti provengono da Cuneo, Latina, Bari, oltre che da tutte le province della Campania; lo studente più giovane ha 21 anni, mentre il più grande ne ha 53 e l’età media degli iscritti è di 35 anni. Tra loro anche due donne con il sogno di lavorare nella filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop, tra cui Valentina, agronoma.
Articolo pubblicato il giorno 3 Novembre 2022 - 14:08