Cronaca di Napoli

Tutte le accuse a Pietro Ioia: ci sono dei video che lo incastrano

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Sono gravi le accuse nei confronti di Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli arrestato stamane dai carabinieri su disposizione della Dda.

Ioia portava in carcere droga e cellulare in cambio di soldi che poi divideva coi complici ma anche con altri detenuti che provvedevano a smistare nelle celle gli smartphone e la droga. Tra gli arrestati, con il beneficio degli arresti domiciliari ci sono anche la moglie Maria Cardamone Maresca  e un’altra donna. “Ora vedo di entrare altri due cosarielli là dentro, sotto Natale… devo prendere pure il motorino a quello”.

A prospettare l’introduzione di un paio di cellulari nel carcere napoletano di Poggioreale per racimolare denaro da utilizzare per comprare lo scooter al figlio in vista delle festività natalizie, è Pietro Ioia, garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, arrestato dai carabinieri insieme con altre sette persone con l’accusa di avere messo in piedi una organizzazione criminale finalizzata all’introduzione di droga, cellulari e altri oggetti in carcere in cambio di denaro.

La conversazione captata dai carabinieri di Castello di Cisterna il 16 dicembre 2021 vede nella veste di interlocutori Ioia e la figlia che gli chiede 500 euro. Il successivo 23 dicembre, il garante dei detenuti del Comune di Napoli effettivamente – secondo quanto emerge dagli accertamenti – effettua la consegna dei cellulari.

Tutte le accuse a Pietro Ioia: consegnati anche 10mila euro di hashish

Contribuivano – verosimilmente – ad alimentare lo spaccio di droga nel carcere di Poggioreale le otto persone, tra cui il garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli Pietro Ioia, per le quali il gip di Napoli, Valentina Giovanniello ha disposto l’arresto in carcere.Tra gli episodi documentati dai carabinieri di Castello di Cisterna c’è anche la consegna di 10mila euro di hashish, operata da Ioia, nel dicembre del 2021, durante un colloquio.

Secondo quanto emerge dalle indagini, Ioia ha consegnato la droga ai detenuti Nicola Donzelli e Antonio De Maria (entrambi arrestati) i quali, successivamente, hanno provveduto a cederla ad altri carcerati.La somma di denaro ricevuta, i 10mila euro, doveva essere suddivisa tra i due detenuti e lo stesso Ioia.

Complessivamente le persone indagate sono undici, tra cui anche la moglie di Ioia. Il giudice ha disposto il carcere per Pietro Ioia ma anche per Sonia Guillari e Massimiliano Murolo, ritenuti a capo dell’associazione a delinquere, per i detenuti Nicola Donzelli, Antonio De Maria e Vincenzo Castiello. I domiciliari invece riguardano Maria Cardamone Maresca (moglie di Donzelli) e Grazia Pages che consegnava i cellulari da introdurre nel carcere a Sonia Guillari.

Le accuse a Pietro Ioia, ci sono dei video che lo incastrano: centinaia di euro per ogni consegna

Ci sono dei video, registrati durante le indagini dai carabinieri di Castello di Cisterna anche grazie alla collaborazione della Direzione del carcere di Napoli Poggioreale e della Polizia penitenziaria, che documentano il passaggio dei cellulari e della droga (hashish e cocaina) dalle mani di Pietro Ioia, arrestato stamane dai carabinieri, a quelle dei detenuti.

Secondo gli inquirenti Ioia intascava qualche centinaio di euro per ogni consegna, che avveniva durante i colloqui. Si tratta però di una percentuale delle somme che l’organizzazione sgominata intascava dalle famiglie dei detenuti per recapitare il materiale.Il denaro al garante veniva corrisposto da uno dei componenti dell’associazione a delinquere individuati.

Complessivamente sono una decina le consegne documentate dagli investigatori.Oltre a Pietro Ioia, 63 anni, per il quale il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere, sono finiti in arresto, tra carcere e domiciliari, Massimiliano Murolo, 42 anni; Sonia Guillari, 47 anni; Nicola Donzelli, 36 anni; Maria Maresca Cardamone, 32 anni; Antonio De Maria, 34 anni; Vincenzo Castello, 38 anni.

“La notizia è clamorosa. Il garante per i detenuti del Comune di Napoli, Pietro Ioia, nominato dall’ex sindaco Luigi De Magistris e confermato dall’attuale Giunta, sarebbe stato arrestato con l’accusa di aver introdotto in carcere droga e telefoni cellulari. In attesa di conoscere più dettagliatamente i risultati delle indagini e che la magistratura svolga il proprio lavoro, non possiamo che ricordare le perplessità che furono sollevate in tempi non sospetti rispetto a questa nomina poco meditata e più d’effetto ideologico/propagandistico che determinata da valutazioni obiettive e oggettive e da un curriculum adeguato al ruolo”.

Lo afferma il parlamentare della Lega Jacopo Morrone. Morrone auspica che la Giunta napoletana “prenda atto delle gravissime accuse rivolte a Ioia, lo sollevi dal delicato incarico e lo sostituisca per garantire fin da subito un corretto, trasparente ed equilibrato svolgimento del ruolo di Garante negli Istituti penitenziari di competenza”.

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“Una vicenda che colpisce e che obbliga a cambiare passo”. Così il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma interviene sull’arresto di Pietro Ioia, Garante delle persone ristrette a Napoli. Nel ricordare che non c’è “una connessione istituzionale tra il suo ruolo e quello delle figure che territorialmente le singole Amministrazioni nominano”, Palma ricorda di aver “più volte sollecitato negli anni l’adozione di ‘Linee guida’ per indicare parametri di indipendenza, professionalità e integrità che le Amministrazioni stesse potessero seguire nella delicata individuazione di tali figure”.

Palma fa presente anche di aver sottoscritto un Protocollo d’intesa con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani per la definitiva redazione e diffusione di tali ‘Linee guida’, ora in via di definitiva approvazione.

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“Indipendentemente da ogni valutazione sull’indagine in corso che ha portato oggi ai provvedimenti restrittivi e nella forte speranza istituzionale che il Garante del Comune di Napoli possa mostrare la sua estraneità ai fatti, nonché, ovviamente, nel pieno rispetto dell’autonomia degli Enti locali”, Palma auspica ora che “si giunga a una strutturazione organica dei rispettivi compiti e perimetri delle relazioni Istituzionali che dia all’esperienza positiva portata avanti in questi anni una riconoscibile fisionomia di responsabilità istituzionale”.

Al Garante nazionale, sottolinea ancora, la legge affida il compito di “promuovere e favorire rapporti di collaborazione con i garanti territoriali, ovvero con altre figure istituzionali comunque denominate”.

Non gli affida, quindi, anche la funzione di controllo. “In tale spirito di collaborazione, il Garante nazionale, designato dalla legge italiana anche come proprio ‘Meccanismo nazionale di prevenzione’ in ambito Onu, prosegue la propria azione- conclude- distinta da quella di analoghe figure territoriali connotate da denominazioni simili”.

“L’arresto del garante dei detenuti di Napoli è una brutta vicenda che accende di nuovo i riflettori sulla situazione nelle nostre carceri. Sarà la magistratura a fare piena luce sull’accaduto. Ma io ricordo come fosse ieri gli scomposti attacchi del garante regionale dei detenuti nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria accusati senza fondamento di introdurre in carcere telefonini e altro.

Era il 3 Maggio, discutevamo in Consiglio regionale della Campania proprio sulla relazione annuale del garante e in quell’occasione ricordai i tanti agenti che lavorano in condizioni difficili, con professionalità e nel rispetto delle regole. Mi piace ricordarlo anche oggi. La gogna non è mai accettabile”. Così il deputato della Lega, Gianpiero Zinzi.


Articolo pubblicato il giorno 18 Ottobre 2022 - 17:33

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