All’Ordine dei Medici di Napoli un incontro su “una lezione da non dimenticare” «In molti pazienti ormai fuori dalla fase acuta osserviamo sintomi come depressione, ansia, insonnia e “nebbia cerebrale”.
Ma anche problemi cardiologici, neurologici e muscolari. Inizia ad essere evidente che dopo le prime tre fasi: virale, polmonare, sistemica-infiammatoria, ormai siamo al cospetto di una quarta fase legata al long covid».
A lanciare l’allarme è Roberto Parrella, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie infettive ad indirizzo respiratorio dell’Azienda Ospedaliera dei Colli (Ospedale Cotugno) di Napoli a margine dell’incontro tenutosi stamani all’Ordine dei Medici di Napoli sul tema “Covid-19: una lezione da non dimenticare”.
«Si apre una nuova sfida – prosegue Parrella – individuare quelle categorie che dopo la
fase acuta presentano problemi da long Covid, per questo è importante attivare gruppi multidisciplinari che possano inquadrare il problema con l’esperienza di professionisti appartenenti a diverse branche».
Il primario del Cotugno ha poi voluto tenere alta l’attenzione sull’aumento dei casi che si sta registrando. «Abbiamo segnalazione di positività in aumento, casi pericolosi soprattutto per gli anziani e i fragili ma dobbiamo essere cauti e attendere le variazioni collegate al clima e alle temperature che ci porteranno a stare di più al chiuso e quindi con un rischio di diffusione maggiore».
Nessun allarme per la possibilità che ci si possa trovare al cospetto di qualche nuova varante più aggressiva. Per Parrella: «In questo momento abbiamo subvarianti che colpiscono con forza più che altro pazienti con comorbidità, non siamo in grado di prevedere eventuali varianti che possono provenire da paesi dove le vaccinazioni sono a livelli bassissimi»
All’incontro organizzato dall’Ordine dei Medici di Napoli hanno preso parte anche Giuseppe Remuzzi (Mario Negri IRCCS), Francesco Vaia (Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani), Francesco Salvatore, Luigi Sodano (segretario dell’Ordine) Sandra Frojo (presidente CAO), Saverio D’Ascoli (vicepresidente CAO) e il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Anna Iervolino.
Proprio Iervolino ha ricordato l’importanza del fare rete e la centralità dei medici e degli operatori della sanità rispetto ad una pandemia che ancora non è cessata. Da Vaia un messaggio chiaro sulla somministrazione dei vaccini: «Affrontiamo i mesi invernali con una protezione molto performante, grazie alla campagna vaccinale e all’immunità data dai contagi – ha detto -. Questa immunità ibrida ci proteggerà moltissimo, dobbiamo andare avanti senza catastrofismi e con una vaccinazione di richiamo che dev’essere annuale». Da Vaia anche un augurio al neoministro Orazio Schillaci.
«A lui un “buon lavoro” perché faccia bene nell’interesse del Paese. È importante che il Governo comprenda che serve una visione sindemica, non bisogna lasciare solo alla sanità la risoluzione di questo problema».
«Non abbassare la guardia» è stato il monito del presidente Bruno Zuccarelli che ha ricordato l’altissimo tributo in termini di vite umane pagato dai medici, costretti a combattere a mani nude contro il virus nei primi mesi della pandemia. «Nessuno dei nostri colleghi si è tirato indietro – ha detto – anche a costo di cadere sotto i colpi di questo nemico allora del tutto sconosciuto. Colleghi dei quali dobbiamo onorare la memoria evitando di sprecare la dura lezione che questa pandemia ci ha insegnato».
Articolo pubblicato il giorno 22 Ottobre 2022 - 14:07