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Infermiere napoletano morto di covid, l’Asl nega il risarcimento alla moglie

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Si chiamava Raffaele Zagaria, campano e lavorava come infermiere professionale al Grassi di Ostia.E’ stato il primo sanitario del Grassi di Ostia deceduto dopo un mese di ricovero a marzo 2021 per covid-19.

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Ha lasciato la moglie Pasqualina Razzano, 40enne, e due figlie piccole.Il sanitario aveva inoltrato molteplici richieste alla Direzione Sanitaria del Grassi ed alla Asl Roma 3 chiedendo – in considerazione del suo stato di salute precario ed immunodepresso – di essere collocato in mansioni infermieristiche non a diretto contatto con il Reparto covid.

Ed invece le molteplici richieste sono state totalmente disattese, l’uomo è stato collocato in prima linea contro il covid e dopo averlo contratto e’ purtroppo deceduto.Dopo la morte del marito la vedova ha inoltrato richiesta di risarcimento danni contro la Asl Roma 3.La richiesta è stata immotivatamente rigettata.

L’Associazione Giustitalia: “Ingiustificata lesione del diritto del lavoratore e della sua famiglia”

“Si tratta – sostiene l’Associazione Giustitalia alla quale la donna si è rivolta per agire legalmente contro l’atto di diniego – di una ingiustificata lesione del diritto del lavoratore e della sua famiglia.  Zagaria è infatti deceduto – secondo un giudizio prognostico condotto ex post – a causa di una grave negligenza della D.S. del Grassi e della Asl Roma 3 che hanno posto un lavoratore immunodepresso in mansioni “non compatibili” con lo stato di salute dello stesso”.


Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2022 - 08:13


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