Un giro di affari da 200mila euro per finti matrimoni tra migranti e italiani che garantissero il permessi di soggiorno.
Una indagine dei carabinieri di Caserta su delega della procura di Napoli, ha portato nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano all’esecuzione di una misura di custodia cautelare dal gip partenopeo nei confronti di 18 indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari.
L’inchiesta, nata nel luglio 2019, ha consentito di individuare un gruppo che gestiva i matrimoni di comodo tra italiani compiacenti, che percepivano in cambio della loro disponibilita’ denaro, ed extracomunitari, ai quali venivano chiesti fra 5.000 e 6.500 euro in contanti, che potevano poi cosi’ richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.
I componenti del gruppo risiedevano nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. Documentati piu’ di quaranta matrimoni fittizi.
Termina con l’estradizione verso l’Italia la latitanza di Ghebremedhin Temesghen Ghebru, 35enne eritreo, ricercato da oltre un anno in campo internazionale con “red notice” per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’uomo, tra i capi e promotori di una associazione a carattere transnazionale operante tra il Centro Africa (Eritrea, Etiopia, Sudan), i Paesi del Maghreb (soprattutto la Libia), l’Italia e il Nord Europa (Inghilterra, Danimarca, Olanda, Belgio e Germania), finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla commissione di altri gravi reati, organizzava la rotta terreste dei migranti dai Paesi del Centro Africa verso la Libia, per poi proseguire il viaggio verso le coste del Mediterraneo con meta finale il Nord Europa.
Ghebremedhin, detto Tenny o Temmy, è stato arrestato all’aeroporto internazionale di Addis AbebaBole mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto in Australia con destinazione Adelaide. L’uomo viaggiava con passaporto australiano e in quel Paese vi sono altre articolazioni criminali della organizzazione.
Dal momento dell’arresto una rapida definizione della vicenda ne ha determinato l’odierna estradizione verso l’Italia. L’indagine nei suoi confronti è stata coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti procuratore Calogero Ferrara e Giorgia Righi della Procura di Palermo e condotta dalla Squadre Mobili di Palermo, Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. I successivi sviluppi investigativi sono stati svolti nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale che ha coinvolto autorità giudiziarie e di polizia olandesi e inglesi, la Corte Penale Internazionale ed Europol.
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Per l’aspetto di coordinamento internazionale si segnala il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che da luglio, insieme all’ unità “Human trafficking and smuggling of migrants” che si occupa di tratte di esseri umani in seno al Segretariato Generale di Interpol a Lione, ne seguiva le tracce per vari Paesi del mondo, in particolare gli spostamenti tra l’Australia e l’Etiopia, fino alla sua esatta localizzazione e l’arresto provvisorio tramite l’Interpol National Central Bureau di Addis Abeba.
L’individuazione e l’arresto dell’uomo “non solo rappresenta un successo dell’attività dello SCIP e della cooperazione internazionale di polizia, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, ma conferma l’importanza strategica della ricerca latitanti nel continente africano ove si riparano soggetti ricercati dall’Italia per gravi reati” si legge in una nota. In questa operazione internazionale eccellenti sono stati i rapporti tra le autorità italiane ed etiopi, favoriti dall’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba, che in sinergia con lo SCIP ha seguito le fasi necessarie per ottenere una rapida estradizione del latitante.
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