Ex sindaco di Marano: ‘Mai subito condizionamenti dalla camorra’. Rodolfo Visconti, sindaco di Marano dall’ottobre 2018 al febbraio 2021 quando è stato sciolto allo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamenti della criminalità organizzata.
“A 16 mesi dallo scioglimento del Comune non c’è un avviso di garanzia, né per me né per i membri della mia Giunta. Non ho mai subito condizionamenti dalla camorra, il commissariamento è una bocciatura della vita democratica”.
La pensa così Rodolfo Visconti, sindaco di Marano (NAPOLI) dall’ottobre 2018 al febbraio 2021, fino cioè allo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamenti della criminalità organizzata; si è trattato del quarto scioglimento in 30 anni per il Comune di Marano, record assoluto in Italia. Ieri il Consiglio dei Ministri ha deliberato la proroga dello scioglimento del Consiglio comunale di Marano per ulteriori 6 mesi, “in ragione della necessità di proseguire l’opera di risanamento dagli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata”.
Intanto, ricorda Visconti all’Adnkronos, al Tar del Lazio pende il ricorso presentato contro il decreto di scioglimento che lo interessa direttamente: “L’udienza nel merito si è tenuta lo scorso 20 luglio e sono in attesa dell’esito”, racconta, dicendosi “fiducioso. Io, di condizionamenti della camorra, non ne ho subiti. Questo non significa che Marano sia una città dove non esiste la camorra e dove si sono tenuti processi per fatti gravi, ma io di condizionamenti sulla mia attività amministrativa non ne ho avuti. Sono sicuro che verrà fatta luce e giustizia. Non è un giudizio negativo sull’operato dei commissari, ma il decreto di scioglimento si basa sul fumus e questo per la giustizia amministrativa non è possibile. Il reato c’è o non c’è, parlare di un ‘possibile condizionamento’ è da ‘repubblica delle banane'”.
Di Visconti, nella relazione del prefetto allegata al decreto, viene sottolineato il legame di parentela alla lontana con il figlio di un boss del clan camorristico Nuvoletta: “Una persona che conoscevo perché abitava nel mio stesso parco di 108 famiglie, ma che non vedo da 20 anni. Non ho mai preso un caffè con lui, né tantomeno gli ho chiesto la preferenza quando sono stato eletto”, spiega Visconti.
“Quando sono diventato sindaco – prosegue – il Comune veniva dall’amministrazione di una commissione straordinaria e nel formare la nuova squadra ho scelto lo stesso dirigente che aveva la commissione. Avrei potuto scegliere chiunque, ma ho scelto in continuità con il lavoro che avevano iniziato i commissari. L’accoglimento del ricorso sarebbe una vittoria per me, ma la vittoria più grande sarebbe quella della città. Marano ormai – conclude – paga un ingiusto marchio di infamia che le è stato cucito addosso”.
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