Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte del 16enne Catello Longobardi di Castellammare avvenuta l’altro giorno in un incidente stradale lungo la strada statale per Agerola.
E l’inchiesta della magistratura di Torre Annunziata dovrà invece chiarire eventuali responsabilità dell’autista, indagato per omicidio colposo, dell’auto contro la quale il giovane Catello si è schiantato nei pressi delle palazzine di Sigliano, perdendo la vita.
La morte del giovane ha creato una lunga serie di commenti a Castellammare. I social sono pieni di ricordi di Catello. Molto commovente il post pubblicato dalla pagina Stabiesi al 100 %.
“Quando la città piange la morte di un giovane è come se qualcuno strappasse il cuore in mille pezzi a ognuno di noi, lacerati improvvisamente. Catello, non esiste al mondo nulla che possa lenire il dolore per la tua perdita.
Una vita spenta per sempre in un funesto pomeriggio di ottobre. La tua spensieratezza: la scuola, gli amici, tutto si è fermato in quel momento e mai più ritornerà. E poi mamma e papà…vittime di un ostile destino. Privati per sempre dell’amore più caro.
A loro va il nostro pensiero. A loro che devono affrontare la sfida più ardua per un essere umano: sopravvivere alla morte del proprio figlio. Nulla colmerà un vuoto così profondo. Una perdita incolmabile. Ciao Catello.Le più sentite condoglianze alla famiglia da tutto il team di STABIESI AL 100 % (N.M.)”.
E in mattinata la preside dell’Iti Renato Elia di Castellammare, la scuola che frequentava il ragazzo aveva postato: “Figlio
Stamattina il sole splendeva attraverso le grandi finestre delle aule; le nuvole di pioggia erano state spazzate via stanotte, mentre dormivi tranquillo nel tuo letto.
Sei venuto a scuola accompagnato da un’aria che pareva primaverile dopo il fresco ottobrino del giorno precedente.
E, come al solito, durante la mattinata di lezione, hai atteso il suono della campanella come una liberazione.
Sei andato via svelto, senza voltarti, pregustando la libertà del fine settimana come se il lunedì non dovesse ritornare.
Coi tuoi 16 anni vivevi in una una dimensione quasi atemporale, assaporavi nel presente l’eternità.
Figlio.Sei andato via e non ti vedremo più tornare.
I tuoi compagni, i docenti, tutti noi, non ti incontreremo più nei corridoi, in palestra, nei laboratori.
La strada ti ha portato via.
Un incidente, un attimo…
E il cuore è straziato.
Catello, figlio nostro, fratello nostro!
Non riusciamo, non possiamo farcene una ragione.
Possiamo solo chiedere al Padre di accoglierti nella luce, di donarti la gioia senza fine, di concederti di andare libero per le strade del cielo col sole in viso.
Alla tua mamma, al tuo papà, ai tuoi familiari va il nostro abbraccio.
Figlio!”.
Natasha Macri
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