Sono stati ritrovati privi di vita nel pomeriggio Matteo Pozzoli e Roberto Mazzone, i due piloti del Canadair che, ieri, dopo un impatto con un costone roccioso del monte Calcinera, è precipitato ed esploso.
La notizia è stata confermata dalla Procura di Catania che ha aperto un’inchiesta con due tronconi: uno sul disastro aereo, l’altra sul rogo scoppiato due giorni fa nella zona di Linguaglossa che l’equipaggio del velivolo stava cercando di spegnere. “Cordoglio per la loro scomparsa” e “profonda vicinanza alle famiglie e ai colleghi’ dei due piloti sono stati espressi dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
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Il capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Laura Lega, ha parlato di “profondo dolore” ricordando Pozzoli e Mazzone, “professionisti che hanno perso la vita nel compimento di un’operazione di soccorso al servizio dei cittadini”. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha “l’impegno e lo spirito di abnegazione che da sempre contraddistingue il lavoro degli equipaggi della flotta aerea dello Stato”.
Il Canadair di proprietà della società internazionale Babcock è decollato ieri da Lamezia Terme ed era al terzo ‘lancio’ sul rogo di acqua di mare, prelevata al largo di Giarre. L’ultimo drammatico volo è stato ripreso con cellulare dal personale della Forestale che si trovava sulla collina di fronte al monte Calcinera. Nelle immagini si vede l’aereo volare a bassa quota, urtare la montagna e cadere.
L’esplosione del Canadair non ha lasciato scampo ai due componenti l’equipaggio. Mazzone era salernitano, aveva 62 anni, era primo ufficiale, lascia una moglie e due figli. Istruttore di volo con una lunga esperienza, anni fa – racconta un amico – aveva evitato che l’aereo che stava pilotando dopo un’avaria si schiantasse al suolo uccidendo dei bambini. Era riuscito a atterrare sul lungomare, incolume, insieme all’allievo al quale stava dando lezioni.
“Era una persona seria e molto prudente”, racconta Gennaro D’Alessio che con la vittima ha condiviso oltre 30 anni di volontariato nell’associazione Soccorso amico. Pozzoli, il comandante del Canadair 28, era lombardo. Originario di Erba, figlio dell’ex sindaco leghista del comune in provincia di Como, era arrivato alla Bacock dopo anni all’aeronautica militare.
Nel 1997 era scampato alla morte: mentre pilotava un SIAI 208 si schiantò sul monte Lupone, in provincia di Latina. Nell’incidente perse la vita il collega Maurizio Poggiali. Del disastro Pozzoli venne ritenuto responsabile e condannato a un anno e sei mesi. Sull’incidente il fratello della vittima, l’attore Fabio Poggiali, poi morto suicida, ha scritto un monologo teatrale.
Pozzoli è stato anche condannato a risarcire il danno allo Stato dalla Corte dei Conti. Suo fratello, Simone Pozzoli, presente sul luogo della tragedia a Linguaglossa, ha parlato di “dicerie e storie assurde che sono terribili”, auspicando che “venga fuori la verità e riconosciuto quanto ha fatto”.
“Siamo qui, sul luogo dell’incidente dove mio fratello ha perso la vita mentre spegneva un incendio che qualcun altro ha acceso – ha detto ai giornalisti – e sono anni che mio fratello spegne incendi ed è partita la macchina del fango che è soltanto vergognosa”.
La Procura di Catania domani conferirà l’incarico per l’autopsia sui resti dei due piloti. In un secondo momento si procederà per l’analisi della scatola nera, che è stata trovata, per gli altri accertamenti sulle cause dell’impatto.
Il pilota salernitano atterro’ con Cessna su lungomare
“Poteva atterrare sulla spiaggetta di Santa Teresa, ma non lo fece perche’ stavano giocando a pallone. Pur di non creare problemi, riusci’ ad atterrare sul lungomare. Era molto in gamba, molto bravo, un professionista straordinario”. Il presidente di Soccorso Amico di Salerno, Pippo Satriano, ricorda cosi’ Roberto Mazzone, pilota del canadair disperso in Sicilia.
“Roberto e’ volontario dell’associazione da 45 anni, e’ stato sempre con noi – aggiunge – una persona sempre impegnatissima, che ha lavorato nell’ambulanze e nell’elicottero quando lo avevamo”.
Tra l’altro, e’ stato anche a capo del dipartimento del settore della protezione civile dell’associazione. Persona “estremamente rigorosa e professionale, molto disponibile nei confronti di tutti, con una discrezione estrema e con una grandissima professionalita’ e umilta’. Veramente, un signore”. “L’ho sentito qualche giorno fa. L’ho chiamato – ricorda Satriano – era fuori gia’ da un po’ di tempo e mi ha detto che sarebbe rientrato a fine ottobre e voleva essere reinserito per fare i turni”.
Un uomo con molto sangue freddo e una grande esperienza, serio, silenzioso, riservato e posato che aveva fatto di una passione il suo lavoro. Così Gennaro D’Alessio, bancario salernitano in pensione, descrive l’amico Roberto Mazzone, pilota del Canadair precipitato ieri nel catanese.
I due si sono conosciuti da ragazzi, entrambi sono stati volontari di una associazione che gestisce un servizio di ambulanza a Salerno: “Soccorso Amico”. “Da allora siamo sempre rimasti in contatto – dice – Entrambi, anche da adulti, abbiamo continuato a operare come volontari nella nostra associazione”. Mazzone faceva l’istruttore di volo. “A Salerno era molto noto e apprezzato “, racconta l’amico. La vittima lascia la moglie, magistrato, e due figli.
Articolo pubblicato il giorno 28 Ottobre 2022 - 21:25