Slitta al prossimo 22 novembre la decisione riguardante il caso di Bruno Venturini, il noto tenore vittima di una maxi truffa che ha visto andare in fumo il suo patrimonio milionario. L’udienza preliminare tenutasi ieri è durata solo pochi minuti e ogni discorso sarà ripreso il prossimo 22 novembre a causa di una notifica omessa.
Lo riporta Il Mattino. Venturini, insieme al figlio Salvatore, si trovava ieri nell’aula 321 della cittadella giudiziaria e ha raccontato con l’avvocato l’incubo che sta vivendo da nove anni e che negli ultimi cinque ha visto anche in corso un’inchiesta della Guardia di Finanza che sta ricostruendo tutti i punti di questo caso.
L’ipotesi è di truffa aggravata dal rilevante danno patrimoniale (oltre tre milioni di euro) contestata a carico del consulente finanziario del tenore, il 72enne Gaetano Parlavecchia, la moglie Raffaella Granata e i suoi due figli Umberto e Anna Parlavecchia. L’accusa è stata estesa poi anche alla segretaria Marianna Siano. Per mettere in atto la truffa questi avrebbero sfruttato l’incapacità, dettata dall’età e dalle scarse conoscenze in materia della vittima in materia bancaria.
“Mi hanno rovinato la vita e privato i miei figli delle prospettive auspicate dopo 50 anni di carriera e oltre 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo – spiega Venturini -. Non ho sentimenti di vendetta, credo nella giustizia. Ho dato i soldi alle banche e li rivoglio da loro. Citeremo istituti di credito come responsabili civili”.
“Volevo preservare il mio patrimonio, pur sapendo che senza particolari operazioni finanziarie non avrei ottenuto grandi interessi – prosegue nel racconto -. Mi sono rivolto a Parlavecchia e soci perché erano consulenti per importanti istituti di credito. Hanno finto di assecondare la mia buona fede, canalizzando in realtà tutti i soldi verso istituti di credito dove avevano libertà di movimento. All’inizio non ho sospettato nulla, ma dal 2013 in poi ho incominciato a rendermi conto degli ammanchi”.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: A Bruno Venturini la cittadinanza onoraria di Napoli
“L’incubo si è concretizzato nel 2016, ci siamo improvvisamente ritrovati senza un centesimo – dice il figlio del tenore -. Mia madre era disperata, pensava non saremo mai riusciti ad uscire da quella situazione. Il mio rammarico più grosso è che lei oggi non sia qui con noi per vedere finalmente questi soggetti davanti al giudice”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Ottobre 2022 - 12:28