La vicenda di Paolo Capasso, il giovane tifoso del Napoli, bloccato all’ingresso del Maradona prima della gara di Champions contro l’Ajax, perché aveva le stampelle, ha voluto spiegare nel dettaglio la sua versione dei fatti.
La sua storia ha fatto il giro del web grazie all’associazione di Afragola “la Battaglia di Andrea”
. Paolo ha parlato ai microfoni di “Settimana Azzurra” il programma condotto da Diego Marino, su NapoliNews24.“Siamo arrivati abbastanza in anticipo allo stadio, in modo da evitare la ressa. Alle 16:15 hanno aperto i cancelli, e io sono entrato come ho sempre fatto nelle altre partite che sono andato a vedere. Superati i tornelli sono stato fermato da uno steward, il quale mi ha detto «tu con le stampelle non puoi entrare».
Spiazzato, gli ho detto che sono sempre andato a seguire il Napoli in trasferta in giro per l’Italia: Firenze, Genova, Reggio Emilia, ecc. Nessuno mi ha mai detto nulla, sono sempre entrato nel settore ospiti senza problemi. Lo steward ha risposto dicendo che avrei dovuto richiedere una certificazione che mi avrebbe autorizzato ad accedere con le stampelle, anche se in quel caso non sarei potuto andare in Curva B.
Sinceramente non ero a conoscenza di questa cosa, non essendomi mai successo nulla di simile. In un secondo momento mi sono poi informato tramite il sito ufficiale del Napoli, dove c’è scritto che se acquisti un biglietto per la partita scegliendo una delle Curve come settore e nei giorni successivi per un incidente o altro sei costretto a portare le stampelle, lo devi comunicare alla società in modo da ottenere il permesso per entrare allo stadio con le stesse, e sarà poi il Napoli ad indirizzarti in un altro settore. Purtroppo però non è questo il mio caso, perché non mi sono fatto male incidentalmente, ma ci sono nato così”.
“Ho cercato allora di trovare una soluzione –ha detto ancora Paolo – proprio per non rovinarmi la giornata e non rovinarla agli amici di viaggio che stavano con me. Ho chiesto se qualcuno dei responsabili potesse accompagnarmi al settore prendendosi le stampelle per poi riconsegnarmele a fine partita.
Pure così un minimo di disagio ci sarebbe stato, per esempio non sarei potuto andare in bagno, ma almeno avrei evitato di farmi tutti quegli scalini a piedi appoggiato a qualcuno. Dal momento che insistevano nel non volermi far entrare in Curva, ma io avevo preso il biglietto per la Curva per andare alla stadio in compagnia dei miei amici a fare i cori, esultare e divertirmi in mezzo alla mia gente, ho detto sai che c’è di nuovo? Prendetevi le stampelle, io pur di andare lì ci vado saltellando.
E così ho fatto. Loro si sono giustificati dicendo «se ti fai male cadendo con le stampelle, tu dopo denunci la società». Ho detto: se mi fai fare tutte quelle scale senza, non aumenta ancora di più il rischio che mi faccia male? Comunque nessuno mi ha fermato o mi ha detto niente, così ho lasciato le stampelle e sono salito, a fatica, con l’aiuto dei miei amici. Dopo un po’ di stanchezza iniziale, guardando il Maradona dall’alto mi è passato tutto, poi fortunatamente la partita è andata benissimo ed è stata una goduria per 90 minuti”.
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