Arresto Pietro Ioia: “La denuncia del coinvolgimento del Garante dei detenuti del Comune di Napoli in un traffico di cellulari e droghe in carcere suscita sconcerto e amarezza.Innanzitutto nell’interesse delle istituzioni, speriamo possa dimostrare la sua estraneità ai fatti.”.
Così il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, Stefano Anastasìa, dopo aver appreso la notizia dell’esecuzione da parte dei Carabinieri di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di otto persone, tra le quali Pietro Ioia, Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli.
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“I Garanti nominati dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni – prosegue Anastasìa -, da vent’anni svolgono un lavoro prezioso nella tutela dei diritti dei detenuti che è parte della legalità penitenziaria e che non può essere messo in ombra dall’eventuale abuso dei propri poteri da parte di uno di loro”.
Il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, si dice “sconcertato e sconvolto per la notizia” dell’arresto di Pietro Ioia. “La notizia di stamattina mi ha lasciato attonito – spiega Ciambriello – Ho piena fiducia nella magistratura che, già dalle prossime ore, con gli interrogatori di garanzia sarà chiamata a valutare il quadro accusatorio. Spero che, in questa circostanza o nelle future fasi, Pietro Ioia riesca a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Intanto, la mia posizione non può che essere orientata verso la presunzione di innocenza”.
“L’arresto del Garante di Napoli non deve delegittimare o sminuire l’operato di tutti noi Garanti, regionali, provinciali e comunali – sottolinea Ciambriello – il Garante è una figura istituzionale, che viene eletta o nominati dai rispettivi Consigli. Questo episodio non può e non deve compromettere il lavoro di chi, ogni giorno, si muove nella direzione di garanzia dei diritti dei detenuti.
Garantire i diritti non equivale assolutamente a rendersi complici. Accanto alla correttezza individuale di ognuno è necessario mostrare anche una correttezza istituzionale, questo soprattutto per garantire una tutela più soddisfacente e, quindi, impedire che alle esigenze dei detenuti si risponda con l’illegalità”
“Tra noi nacque un’amicizia e adesso, con questo gesto, ha completamente svilito la sua aspirazione di redenzione iniziata attraverso il percorso culturale”. A parlare di Pietro Ioia,è Paolo Colangeli, regista della docuserie di Sky “Camorriste 2” al quale Ioia ha preso parte in veste di location manager.
Colangeli, che ha conosciuto bene Ioia, lo descrive come un uomo “tra l’incudine e il martello”: “Il martello della camorra, che l’ha sfruttato e lo Stato che l’ha bastonato”. Tornando alla ruolo ricoperto nell’ambito della produzione della serie tv, Colangeli sottolinea che “anche grazie alle ex detenute che lui riuscì a individuare, siamo riusciti a ricreare lo psicodramma vissuto da quelle donne di camorra”.
“Ha cercato di crescere attraverso il percorso culturale, iniziato proprio con lo spettacolo teatrale tratto dal suo libro, un percorso di crescita”, conclude il regista, “che adesso ha completamente svilito”.
Cantalamessa, a suo tempo contestai scelta Luigi de Magistris, “Lascia interdetti e senza parole l’arresto del garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia. Contestai a suo tempo la nomina voluta dall’ex sindaco de Magistris non perché un ex detenuto non possa riabilitarsi, anzi è la speranza che abbiamo nei confronti di tutti coloro che sbagliano, ma da subito quella nomina apparve inappropriata in considerazione del fatto che Ioia avesse cause in corso con la polizia penitenziaria e fosse stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti e quindi non poteva essere quella figura di garanzia, né il punto di contatto tra l’amministrazione dello Stato e i detenuti”.
Lo dice il senatore napoletano della Lega Gianluca Cantalamessa responsabile nazionale Dipartimento Antimafia del partito. “Purtroppo la notizia di oggi conferma la inadeguatezza della nomina”, aggiunge.
“Bisogna andare in fondo alla vicenda e chiarire tutte le posizioni e le responsabilità. Se le accuse dovessero essere confermate sarebbe qualcosa di gravissimo. Da tempo chiediamo la rimozione di Ioia dal ruolo di garante, nomina che gli è stata data dalla precedente amministrazione e che avevamo chiesto di non confermare”.
Così, in una nota, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.”Due anni fa – prosegue – con il segretario generale del sindacato della Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo, denunciammo che c’era un conflitto di interessi nello svolgere quella funzione visto che il fratello dello stesso Ioia era detenuto da diversi mesi presso l’istituto penitenziario di Poggioreale.
Avevamo mostrato a più riprese le nostre perplessità sulla nomina di Ioia dato i sui trascorsi da narcotrafficante e il non aver mai dimostrato esplicitamente il ripudio per quella vecchia vita. Frequentemente questo soggetto denigrava pubblicamente chi si batteva per le regole e il rispetto della legge. Se la città è assediata dai criminali è anche perché alcune istituzioni e determinati politici troppo spesso sono stati tiepidi o complici con questi mondi.
Più volte dell’attuale garante detenuti comunale ne abbiamo chiesto le dimissioni, sia per aver difeso e giustificato pubblicamente il sistema criminale, ma soprattutto per la sua gestione che a nostro avviso da sempre ha tentato di destabilizzare il sistema carcerario infangando chi opera al suo interno. E dire che per anni questo personaggio derideva pubblicamente le mie battaglie contro l’illegalità come quella contro i parcheggiatori abusivi, dimostrando così, in realtà, da che parte egli stesse”, conclude il consigliere regionale Borrelli.
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