Motivi economici, un debito, il vil denaro dietro la furia omicida del bidello assassino di Melito, Giuseppe Porcelli.
Sette coltellate, un gesto sicuramente premeditato, per uccidere il professore Marcello Toscano all’interno della “Marino Guarano” di Melito. Domani il collaboratore scolastico comparirà davanti al gip del Tribunale di Napoli Nord, che sta coordinando le indagini, per l’udienza di convalida del provvedimento di fermo emesso dal pm Fabio Sozio. E’ accusato di omicidio volontario.
I carabinieri e la Procura sono al lavoro per cercare di delineare tutti gli aspetti della triste vicenda, soprattutto quelli inerenti il movente, che potrebbe essere di carattere economico, forse legato a un prestito. Ma sulla vicenda la Procura e i carabinieri mantengono uno stretto riserbo. Ad incastrare Porcelli, che agli investigatori non ha reso dichiarazioni di colpevolezza, sono state delle tracce ematiche su alcuni suoi vestiti scoperti dai carabinieri durante una perquisizione.
Inoltre i sistemi di videosorveglianza della zona circostante la scuola, avrebbero immortalato i suoi spostamenti – ritenuti sospetti – quel giorno. Toscano e’ stato colpito ripetutamente con un oggetto dotato di lama e punta. Di lui non si erano avute piu’ notizie a partire dalle 16,30 dello scorso 27 settembre.
A ritrovarlo, nella serata di quello stesso giorno, in un cespuglio che si trova nelle immediate adiacenze di una casupola, all’interno del perimetro della scuola media “Marino Guarano”, sono stati i carabinieri che avevano gia’ avviato le ricerche. I militari sono stati chiamati dalla figlia che ha notato la sua auto parcheggiata all’esterno dell’istituto. Poi il macabro e sconvolgente ritrovamento.
“Ai genitori, ai docenti, al personale scolastico, ai nostri alunni: le circostanze in cui ci troviamo sono molto lontane dalle situazioni scolastiche da noi conosciute e che avremmo potuto mai immaginare e prevedere.Ci ritroviamo tutti ad affrontare sia il dolore per la perdita del nostro amato collega e professore Marcello, che la preoccupazione per i nostri figli, per il nostro quartiere e il loro futuro.In questi momenti di precarietà è legittimo sentire vacillare le nostre certezze, ma non lasciamo che la violenza ci faccia perdere fiducia nelle istituzioni”.
È quanto si legge in una lettera pubblicata da Marina Riccio, la preside della scuola media Melito Guarano, a Melito di Napoli, dove mercoledì è stato ritrovato il corpo senza vita del professore Marcello Toscano.
“Noi siamo educatori, e come tali continueremo a svolgere il nostro lavoro, ad accompagnare i nostri ragazzi sulla strada della legalità e a condannare qualsiasi forma di violenza.Come Preside, posso garantire che faremo in modo di migliorare i sistemi di vigilanza e sicurezza, ma so bene che non basteranno telecamere o allarmi a placare completamente i timori di noi tutti.
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La violenza è purtroppo una presenza dei nostri tempi ma non dobbiamo mai stancarci nel ribadire che è una strada da non percorrere. Voglio perciò invitare tutti – la nostra scuola, le famiglie, gli enti pubblici, la nostra comunità e il nostro quartiere – a lavorare insieme per creare una rete di valori sociali per far crescere i nostri ragazzi e insegnare loro e a noi adulti, ad avere il coraggio di credere nella legalità e ad avere fiducia nel lavoro delle istituzioni”, conclude Riccio.
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