Maxi operazione contro la ‘ndrangheta della provincia di Cosenza con oltre 200 arresti coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro.
Carabinieri, polizia e Guardia di finanza hanno eseguito oltre duecento ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip distrettuale del capoluogo su richiesta della Dda, diretta da Nicola Gratteri. Nell’operazione sono coinvolti amministratori locali, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalita’ organizzata cosentina. Ad eseguire i provvedimenti restrittivi sono stati i carabinieri, la polizia di Stato e la Guardia di finanza.
Ci sono i nomi di tre personaggi politici nella maxi operazione della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta operativa in provincia di Cosenza che stamane ha portato all’arresto di 202 persone. Su tutti prevale il nome dell’attuale sindaco di Rende e presidente di Anci Calabria, Marcello Manna.
Con lui sono coinvolti l’assessore ai Lavori pubblici dello stesso comune, Pino Munno, e l’assessore alla manutenzione e al decoro urbano di Cosenza, Francesco De Cicco. Tutti e tre sono agli arresti domiciliari. Nell’inchiesta sono coinvolti anche noti professionisti cosentini. Nel mirino della Dda di Catanzaro ci sono i principali clan della ‘ndrangheta del Cosentino.
Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal P.M., che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro. Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
Le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare sono, secondo l’accusa, responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita di giochi anche d’azzardo e di scommesse, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori.
Il provvedimento di sequestro e’ stato disposto dal magistrato della Dda ed ha carattere preventivo d’urgenza. Successivamente, dunque, dovra’ essere sottoposto al vaglio del Gip distrettuale. I beni sequestrati consistono in liquidita’ depositate su conti correnti, aziende e societa’ varie.
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