Mann, torna con un allestimento permanente il Mosaico con testa di Medusa che decorava la casa del Citarista a Pompei.
La fortuna di un reperto intreccia i termini di arte, rock e cultura della pace: torna in sezione con un allestimento permanente il mosaico con testa di Medusa che decorava la casa del Citarista a Pompei.
Il manufatto (circa due metri per due di superficie), che rappresentava la decorazione pavimentale in opus tessellatum della domus pompeiana, avrebbe ispirato i motivi del mosaico del memoriale dedicato a John Lennon nel Central Park di New York.
L’opera, non esposta da molti anni, torna visibile al pubblico in una data simbolica: proprio il 5 ottobre, sessantennale dell’uscita di “Love me do”, primo singolo dei Beatles.
“Quanti tra i visitatori di Central Park sanno che il celebre mosaico -Imagine- in memoria di John Lennon, una delle icone di NY, è dono della città di Napoli ed è ispirato ad un reperto del MANN? Questa bellissima storia , che mi fu narrata dal prof. Michelangelo Iossa , merita di essere ricordata nel giorno del ritorno in collezione del Mosaico con Medusa dalla casa del Citarista (anche questo un segno!), e conosciuta da chi lo ammirerà. Non solo perché racconta molto del legame tra Napoli e New York, della forza del messaggio di Lennon a sessant’anni dalla nascita del Beatles e del loro mito, della sensibilità d’artista di Yoko Ono. Ma anche del senso di un museo che vuole connettere antico e presente attraverso emozioni e ponti tra le culture”, commenta Paolo Giulierini, direttore del MANN.
L’8 dicembre del 1980 è ormai parte dei libri di storia: alle 22.50, di ritorno nella sua lussuosa residenza di Manhattan, Lennon venne assassinato a colpi di pistola da Mark David Chapman. E, dal cuore pulsante della Grande Mela, è forse partita la più profonda e capillare campagna di commemorazione dell’anima dei Beatles: fu l’amministrazione comunale della città di New York, infatti, non solo a conferire al musicista il prestigioso riconoscimento “Handel Medallion”, ma anche a dedicargli un’intera area del Central Park, denominata “Strawberry Fields”.
Nel suo libro “Gli ultimi giorni di Lennon” (Infinito edizioni) e in numerosi reportage, il giornalista e docente universitario Michelangelo Iossa ha ricostruito le attività di realizzazione di questa particolare “oasi della pace” nel centro di New York. Fu Yoko Ono, artista giapponese e compagna di Lennon, a diventare la promotrice di un memoriale particolarissimo: accanto a specie botaniche diverse, provenienti da ben centoventuno paesi di tutto il mondo, ecco un grande mosaico forgiato dai maestri dello Studio Cassio di Roma e, nei primi anni Ottanta, donato al New York City Council dal Comune di Napoli.
L’opera contemporanea riprende chiaramente il modello iconografico antico: dal manufatto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli appare rievocato il grande tondo a squame bipartite bianche e nere con effetto illusionistico, sostituendo la testa centrale di Gorgone con la scritta simbolica di “Imagine”, titolo della canzone più famosa scritta da Lennon.
“Realizzato da Antonio Cassio con il contributo del fratello Fabrizio, il mosaico fu al centro di un intenso carteggio tra Yoko Ono Lennon e Giuseppe Castaldo, allora a capo dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Napoli e autentico deus-ex-machina dell’intera operazione. Finanziato dall’ente turistico napoletano, il mosaico venne proposto dallo stesso Castaldo in un momento storico in cui il legame tra Napoli, New York e le arti figurative viveva una delle sue stagioni più intense: Lucio Amelio agitava il mondo dell’arte contemporanea trasformando Napoli in un epicentro dei linguaggi artistici all’indomani del terremoto del 1980, l’amministrazione partenopea era guidata dal sindaco-artista Maurizio Valenzi e, dall’altra parte dell’oceano, il governatore dello Stato di New York era l’italoamericano Mario Cuomo, di origini campane.
Nel 1984, Yoko Ono inaugura i lavori di costruzione dell’oasi naturalistica dedicata a John, proprio al fianco di Giuseppe Castaldo”, racconta Michelangelo Iossa. E una bellissima scatola d’argento, che sarà presentata per la prima volta al MANN proprio il 5 ottobre, è testimonianza dei legami tra l’artista giapponese e la città di Napoli; sul prezioso oggetto, donato a Giuseppe Castaldo, è incisa la dedica: “Alla Città di Napoli e alla sua gente. Con Amore, Yoko Ono Lennon, 1985”. Filo doppio tra diverse realtà internazionali in date simbolo: nel 2023, infatti, Yoko Ono festeggerà novant’anni.
E Il 5 ottobre, in un mix di archeologia e storia del costume, il MANN inaugurerà la rassegna cinematografica “L’ALTRO GIAPPONE”, proprio nel nome di Yoko Ono e John Lennon.
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