Esce domani ‘Il treno dell’anima’, il nuovo album di Enzo Avitabile in cui dialoga con grandi artisti: Ligabue, Bennato, Antonacci, Sangiorgi, Jovanotti, Gué, Speranza, Hunt e Boomdabash
Un arcobaleno di suoni, musiche e parole. Può essere definito così il nuovo album di Enzo Avitabile, ‘Il treno dell’anima’. L’opera, in uscita venerdì 16 settembre su cd, vinile e su tutte le piattaforme digitali, è prodotto dalla label Black Tarantella dell’artista partenopeo e distribuito da Believe.
Un nuovo tassello del composito mosaico fatto di incontri e contaminazioni felici, che il cantautore e compositore porta avanti da oltre 40 anni.
11 tracce, tra brani inediti e riletture tratte dalla discografia di Enzo Avitabile, e un ispirato dialogo in questo nuovo lavoro con grandi artisti italiani (e amici) come Luciano Ligabue, Edoardo Bennato, Biagio Antonacci, Giuliano Sangiorgi, Lorenzo Jovanotti, Gué, Speranza, Rocco Hunt e Boomdabash. Un vero viaggio musicale, dal soul al jazz, dalla word music ad andamenti di tammurriata anche nascosti. Una vera e propria opera di “incroci inconsueti, momenti di intense emozioni. Un lavoro pop, radiofonico, multigenerazionale” spiega Enzo Avitabile. Questa la tracklist dell’album: ‘Salvami’, ‘Uno di noi’, ‘Fatti miei’, ‘Per sempre noi’, ‘E duorme stella’, ‘Simm’ tutt’uno’, ‘Angelina’, ‘Nessuno è figlio di nessuno’, ‘La vita è un dono’, ‘Famm chiamm sete’, ‘Il treno dell’anima’.
Anticipato dai singoli ‘Fatti miei’ (con Antonacci) e ‘Salvami’ (con Ligabue), ‘Il treno dell’anima’ viaggia sui binari dei sentimenti: “Questo è un disco molto aperto – continua il musicista – con diverse sfaccettature: lo puoi ascoltare perché i brani sono belli, perché ci sono incontri melodici insoliti e perché, diciamolo pure, tiene compagnia. Mi permetto di dire che è un progetto che non stanca, non rompe, nel vero senso del termine!”.
Entrando nello specifico, l’album si apre con ‘Salvami’ e con l’amichevole partecipazione di Luciano Ligabue: Non può essere così/ Che finisca tutto qui/ Un nuovo santo non lo sono/ Ma non ci sto bene col fuoco; un brano che è quasi una preghiera, dove le due voci si fondono in maniera perfetta, scambiandosi emozioni che si fondono l’una dentro l’altra, in un sound facilmente ascrivibile al cantautore napoletano.
Si passa a ‘Uno di noi’ con Edoardo Bennato: E chiedersi di tutto/ Ascoltando una canzone/ Qualcosa che ti aspetti/ Il mondo in fondo al cuore; un testo alla ricerca della vera sincerità, dove si possono trovare molte immagini, come il riferimento alla montagna di sale di Mimmo Paladino.
Il terzo pezzo è ‘Fatti miei’ con Biagio Antonacci: ‘Siamo stati pazzi/ o solo musicisti/ forse pazzi artisti/ illusi da applausi’ cantano i due artisti in una canzone ricca di groove che non poteva chiudersi se non in lingua napoletana: “Hey/ song sulo fatti miei/ sarrà ‘na malatia/song sulo fatti miei/ si dico ‘na bucia/ sarrà ‘na malatia/ song sulo fatti miei”; un sound pop accattivante “che entra subito in testa”, catturando l’attenzione fin dal primo ascolto, una vera scarica di energia in cui le due voci si fondono alla perfezione in un testo sul libero arbitrio.
La quarta traccia è ‘Per sempre noi’ con Giuliano Sangiorgi: Non lo senti lo stesso profumo/ Che aveva quel vento soffiandoci addosso/ Sembrava portasse l’odore del mare/ Passando attraverso montagne e pianure; un testo pieno di sentimenti che racconta l’amore tra due persone, cantato tra napoletano, italiano e griko, un dialetto della lingua greca parlato nella regione della Grecia salentina.
Ecco ‘E duorme stella’: E duorme stella/ Nun simm’ scise da te/ Ma simm’ nati mmièzo ‘o grano/ Quanno s’appiccia ‘o cielo (‘e sere); si tratta di una canzone incisa per la colonna sonora del film ‘Natale in casa Cupiello’, pellicola diretta da Edoardo De Angelis con Sergio Castellitto e tratta dall’omonima opera teatrale scritta da Eduardo De Filippo, trasmesso nel 2020 su Rai1.
Si arriva a ‘Simm’ tutt’uno’, scritta e interpretata con Lorenzo Jovanotti: Questo mosaico di umanità/ Se ti allontani vedi che è un grande cuore/ Di ogni colore/ Fame e disgusto/ Cambia di posto/ Essere o avere/ Scaccia il pregiudizio; un brano dove il protagonista è il ritmo in quella che può essere definita come la canzone più sociale dell’album, legata alla salvezza del mondo.
Spazio poi ad ‘Angelina’: E se poi ci fosse/ Se ci fosse cielo/ Vedresti davvero/ Oltre il fumo nero/ E le ciminiere; è di certo il testo più intimo del disco, dedicato alla seconda figlia dell’artista, un pezzo minimal, semplice, ma di grande sentimento.
L’ottavo pezzo è ‘Nessuno è figlio di nessuno’ con Gué: Tutt’ eguale song ‘e criature/ Nisciuno è figlio de nisciuno/ Tutti nati dall’ammore/ Se sape comme se nasce/ ma nun se sape comme se more; oltre al napoletano e all’italiano, nel brano c’è anche l’esperanto, la lingua artificiale, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oculista polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof.
E’ il momento poi de ‘La vita è un dono’: Si chiama mare/ Un suono che ti prende/ E ti libera la mente/ Radio o non radio/ Radio o non radio; un testo, questo, sulla bellezza della vita.
È il turno poi di ‘Famm chiamm sete’ con Speranza: I Regi Lagni pe mme só i Navigli/ Nuje vulimm’ o’ bene e nisciun’ ‘o capisce; probabilmente la canzone più politica dell’opera.
L’album si chiude proprio con ‘Il treno dell’anima’ che nasce da un inciso di uno dei più grandi successi di Enzo Avitabile, ‘Soul Express’ del 1986, rivisitato dalle partecipazioni di Rocco Hunt e Boomdabash: Porta con te solo il cuore/ Il treno dell’anima viaggia leggero/ Siamo fatti tutti dello stesso colore.
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