Casoria. Nuova bufera al cimitero: danni per un milione di euro, il consiglio annulla gli atti transattivi tra l’ente consortile e il comune di Arzano. Procura della Repubblica e Corte dei conti a lavoro. Sembra essere un vero e proprio pozzo nero la gestione passata del consorzio cimiteriale tra i comuni di Casoria, Arzano e Casavatore. Nella giornata di ieri, il neo cda a seguito della presa visione degli atti posti all’ordine del giorno ha chiesto previa verifica della legittimità, l’annullamento in autotutela dell’accordo.
Un nuovo danno di oltre un milione di euro che ha visto nel 2014, nonostante una sentenza di condanna del comune di Arzano passata in giudicata per canoni non pagati dal 2000 al 2008 al Consorzio e un azione deliberativa capestro dell’ex amministrazione sciolta per mafia nel 2015 e la parte proponente nella figura del direttore dell’epoca e del presidente, veniva siglata una transazione che non solo a riduceva l’importo “esonerandolo” da penali, spese legali e interessi, ma addirittura scomputando dal canone il risarcimento, così facendo procurando di fatto un ennesimo danno erariale al pari di quello dell’ famoso ipogeo “ceduto” da una ditta privata al consorzio in cambio della cancellazione del debito nonostante lo stesso fosse già di proprietà del cimitero.
Ma a far tremare i polsi anche la gestione delle concessioni di alcune cappelle gentilizie di inestimabile valore. Anche in questo caso, gli accertamenti sarebbero improntati alla verifica degli incartamenti, delle firme apposte e capire se le assegnazioni siano state poste in essere attraverso le modalità previste per legge, ovvero a mezzo avviso pubblico.
Il consiglio ha anche deliberato di verificare le eventuali responsabilità di chi negli ultimi dieci anni (compreso dal 2013 al 2017) avrebbe avuto il compito di recuperare le somme dovute dagli utenti per luci votive, condomini e servizi cimiteriali anche in questo caso producendo danni per circa 6 milioni di euro. Un azione di ripristino della legalità senza precedenti nonostante l’addensarsi di oscure nubi e tentativi nemmeno tanto velati di fermare le attività di denuncia.
Carmine Longhi
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