Arzano. Stampa “fascista e fondamentalista”: la sindaca Vincenza Aruta finisce nella bufera. Chiesto l’intervento del Prefetto Claudio Palomba, della Federazione Nazionale e del sindacato dei giornalisti. Parole dure, durissime quelle messe nero su bianco dalla prima cittadina di Arzano Vincenza Aruta e trascritte nella seduta consiliare dello scorso 5 settembre dove per protesta l’opposizione aveva abbandonato l’aula.
La sindaca, usando parole veementi, ha ribadito che: “Io non intendo colludere con questa stampa fascista, tutta. È una stampa fascista, è una stampa fondamentalista che aizza gli animi delle persone. Che dobbiamo fare? Dobbiamo lavorare o dobbiamo rispondere alla stampa? Quando parlo di sistema tutti immaginano alla malavita. No, non è quello. Nessuno detterà l’agenda di questa amministrazione.
Non lo tollero, nessuno la detterà”. Accuse e invettive che non si sono fermate tanto che ha continuato a incalzare la stampa tutta rea di non pubblicizzare le poche attività messe in campo in quasi un anno di amministrazione. “Abbiamo tutti contro. Lo dovete sapere. Ci attendono tempi duri. Abbiamo contro la stampa che si definisce anticamorra, abbiamo contro la stampa storica del territorio, abbiamo contro l’opposizione. E lo sapete perché l’abbiamo contro? Perché non si vuole guardare la realtà.
È come un genitore che ha un figlio drogato e non vuole capire che il figlio è un drogato ed è malato”. La sindaca, secondo alcuni giornalisti locali, rifiuterebbe sistematicamente ogni confronto su qualsivoglia tematica legata alla città infrangendo le regole del linguaggio istituzionale e cercando di imporre il silenzio stampa anche ai suoi amministratori. Come drammatico per una città intera che un sindaco non si renda conto che la gestione della “cosa pubblica” implica il dover rendere conto del proprio operato a tutti.
Non solo a chi si vuole. A schierarsi con la stampa locale l’associazione Attivisti per Arzano. “Dopo che le opposizioni hanno abbandonato l’aula, la sindaca Cinzia Aruta ha usato parole durissime e gravemente offensive nei confronti della stampa locale, che ha ripetutamente definito fascista. Non ha dimenticato neppure un passaggio critico sull’anticamorra. Non è riuscita a dare risposte nel suo lungo intervento, si è fermata alle domande, una in particolare: ma dove vivete?”.
Carmine Longhi
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