Il gip di Pordenone ha convalidato l’arresto di Julia Bravo, la 20enne aviere americana di stanza nella base Usaf di Aviano indagata per il reato di omicidio stradale. Il giudice ha anche confermato la misura degli arresti domiciliari, da applicarsi all’interno della stessa base dove la donna si trova tuttora.
La soldatessa statunitense domenica scorsa all’alba ha travolto e ucciso un quindicenne di Pordenone: secondo gli inquirenti, si era messa alla guida ubriaca. La giovane aviere Usa si e’ avvalsa della facolta’ di non rispondere. Julia Bravo e’ difesa dall’avvocato Aldo Masserut del foro di Pordenone. La Procura della Repubblica di Pordenone ha concesso il nullaosta alla sepoltura di Giovanni Zanier Il magistrato che si occupa dell’inchiesta non ha ravvisato la necessita’ di eseguire ulteriori indagini sul corpo della vittima, che stava camminando su una pista ciclo-pedonale.
Le esequie saranno celebrate giovedi’ 25 agosto, alle 16, nella chiesa del Beato Odorico a Pordenone, la parrocchia frequentata dal giovane e dalla sua famiglia. Hanno annunciato la loro partecipazione numerose autorita’ locali. “Quella donna deve essere processata in Italia e scontare qui l’intera pena”. Lo ha affermato, Barbara Scandella, mamma del quindicenne.
“Quella donna si e’ messa al volante completamente ubriaca”. Lo ricorda una testimone oculare, che ha rilasciato alla Procura di Pordenone un’inquietante ricostruzione di quanto accaduto sabato notte, poco prima dell’investimento mortale del quindicenne friulano. Si tratta di una testimonianza raccolta dal Gazzettino: “Siamo uscite assieme dalla medesima discoteca – ha riferito la donna agli investigatori -.
Nel parcheggio non riusciva nemmeno ad accendere l’auto. Le e’ morta due-tre volte prima di riuscire a immettersi in strada”. “Abbiamo seguito lo stesso tracciato verso Porcia e Pordenone – ha proseguito la testimone – e io, da subito, ho deciso di tenere la massima distanza. Zigzagava, non riusciva a tenere la strada. Giunta in prossimita’ della rotatoria, invece che rallentare ha accelerato, prendendo in pieno da dietro quel povero ragazzino”. Non si sa dove si stesse recando la soldatessa americana, ma la Base Usaf dove presta servizio, e nella quale si trova rinchiusa agli arresti domiciliari, si trova nella direzione diametralmente opposta a quella intrapresa.
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