Da molti anni si era delineata la disastrosa crisi che ha finito per travolgere l’EAV, l’ex gloriosa Circumvesuviana.
Un tempo – fino a qualche qualche decennio fa – si potevano regolare gli orologi sui treni in arrivo o in partenza nelle sue varie Stazioni, distribuite nel Comprensorio vesuviano, e non solo. Poi i disservizi hanno superato sempre più i servizi offerti dalla sua intera rete. E tutto avveniva sotto gli occhi di tutti. Cittadini, utenti e Autorità.
Senza che uno straccio di presenza deterrente di forze dell’Ordine restituisse alla ex Circumvesuviana – intanto diventata EAV – la dignità di vettore utilizzabile dalla gente comune, italiana e straniera, lavoratori e turisti.
Alla fine, quando la situazione si è fatta indegna di un paese appena civile, si è proceduto a tagliare i servizi resi. Si è scelta la soluzione più facile. A danno degli utenti, ovviamente. Ma si pensava che la soppressione di corse e tratte ferroviarie potesse contribuire a risolvere i problemi.
Invece l’EAV é entrata in una voragine debitoria spaventosa che ha fatto precipitare l’intero comprensorio e le aree servite, in un caos difficilmente descrivibile. E quindi: corse bloccate, tratte soppresse e poi riattivate, o messe a servizio alterno e/o settimanale. Senza festivi e senza prefestivi. O a giorni alterni. O anche su una mezza linea sì e sull’altra mezza no: giusto per fare impazzire i malcapitati viaggiatori, italiani e/o stranieri che fossero.
Immancabile la assenza di ogni chiaro indirizzo di viaggio per i malcapitati utenti. Senza orari fissi e certi le fermate dei bus sostitutivi. La perdita degli utenti per la soppressione dei treni? Non è apparso mai un problema, perché il problema vero è che i viaggiatori non pagano, in massima parte.
Così è capitato per esempio alla Linea Napoli-Pompei-Poggiomarino. E non si è pensato al tracollo economico del Commercio cittadino a Pompei, che veniva toccato da un accentuato pendolarismo comprensoriale sia pure mordi e fuggi. La centrale Via Lepanto – intanto pedonalizzata senza l’attuazione del Progetto EAV – di mattina boccheggia per il sole dardeggiante e di sera patisce la scarsità dei pedoni visitatori.
Soltanto i turisti dei B&B, non pochi, tengono un po’ su l’economia del piccolo commercio. E la EAV, con il cosiddetto “Progetto EAV per Pompei – che presenta carenze inaccettabili e previsioni indecentemente errate, che ne bloccano l’attuazione – ha fatto precipitare il Centro Città di Pompei in un guado difficile che crea difficoltà al Sindaco Lo Sapio, che incautamente espresse la propria fiducia nell’operato del Presidente EAV De Gregorio, forse per spirito di squadra.
Intanto il capo dell’Opposizione consiliare l’avvocato Domenico Di Casola, già candidato a sindaco, spara ad alzo zero sulla inefficienza amministrativa e tecnica della EAV quale Concessionaria della Regione Campania. L’EAV a Pompei non riesce infatti a tirarsi fuori dalle sabbie mobili dei ricorsi dei Cittadini, singoli o riuniti in Comitati, finora vincenti nelle competenti sedi giudiziarie.
Va detto però con chiarezza che, salvo aggiustamenti, solo l’attuazione complessiva del Progetto EAV – con la soppressione di alcuni passaggi a livello sostituiti da altrettante sottostrade, i contrastati “sottopassi” – potrà rendere più fluido il traffico di attraversamento del Centro urbano di Pompei, che oggi vede la centralissima Via Piave e la Via Parroco Federico coinvolte in un perenne traffico di auto in marcia senza adeguati controlli e costrette a giri viziosi.
Intanto, noi ci domandiamo chi tutela i turisti che – per muoversi sul territorio vesuviano e costiero – non utilizzano le corse del “Campania Express Napoli-Sorrento: otto sole corse “speciali” al giorno al costo di 15 euro per passeggero, per potere arrivare a Pompei. Eppure Pompei, nella sua triplice veste, quella degli Scavi, quella del Santuario e quella della Città nuova, veniva servita – fino a qualche decennio fa – da ben 5 Stazioni Ferroviarie. Oggi sono tre.
A ciò si aggiunge il fatto che la tratta da Napoli a Salerno è diventata tratta Metropolitana. Quindi la Stazione di Pompei Città da molti anni ormai non accoglie più treni “direttissimi” e treni “rapidi”, cioè i treni che oggi chiameremmo treni “Alta Velocità”. Pompei città ha così perso ogni funzione di “hub” comprensoriale svolta per decenni dal dopoguerra agli anni 2000 per i viaggiatori diretti a Roma la mattina, per fare ritorno a casa in giornata.
Al danno ormai consolidato oggi si aggiunge quindi la sgradevole beffa dell’ex HUB Turistico di Pompei Scavi.
Esso è desaparecido dai programmi Trenitalia e da quelli del Comune di Pompei, che sembrano peraltro ridursi alla semplice riproposizione di una nuova Stazione Trenitalia di Pompei Scavi. E l’HUB è stato spostato altrove, tra Castellamare e Torre Annunziata, come ingresso alla Costiera sorrentina.
Il Progetto Trenitalia desaparecido è poi riapparso: prevede una nuova stazione, costruita accanto e sopra a quella antica e la trasformazione di Via Plinio in un’unica area pedonale. La pedonalizzazione di Via Plinio sembra però voluta “in alto loco”, perché funzionale e preordinata soprattutto a spostare i flussi turistici diretti a Pompei verso altre aree commerciali attrezzate, quelle del MAXIMALL in via di esecuzione a Torre Annunziata
. A fronte di tutto questo, il trenino disneylandiano di collegamento tra la Porta Marina degli Scavi di Pompei e la Città di Pompei – da poco entrato in funzione – appare la ciliegina su una torta. Ma è una torta avvelenata per la Città di Pompei e per l’Amministrazione Lo Sapio. Insomma il futuro Pompei è nel guado, anzi, nel guano.
Federico L.I. Federico
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