Il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello continua le sue visite nelle carceri campane durante la settimana di Ferragosto. Oggi e’ stato nel carcere di Secondigliano dove ha incontrato, tra gli altri, i 18 detenuti dell’articolazione psichiatrica. In Campania, oltre a Secondigliano, ci sono articolazioni psichiatriche anche nella carceri di Santa Maria Capua Vetere, Benevento, Salerno, Sant’Angelo dei Lombardi e Pozzuoli.
E poi ci sono due Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) a Calvi Risorta e san Nicola Baronia che ospitano complessivamente 40 internati. All’uscita del carcere il garante regionale Ciambriello ha detto.” Nelle nostre carceri ci sono centinaia di detenuti con sofferenza psichica, ci dovremmo chiedere: perche’ entrano in carcere e le strutture esterne non prendono in carico i sofferenti psichici, perche’ ci sono pochi professionisti, pochi spazi, pochi progetti di recupero nelle carceri ed infine perche’ i magistrati non utilizzano misure alternative alla detenzione per questi diversamente liberi.
Il diritto alla salute, l’unico peraltro al quale la Costituzione (art.32) riserva l’aggettivo fondamentale, ha sempre suscitato un’annosa e tormentata disputa teorica. Dal 2008 risulta tendenzialmente superata da quando la sanita’ nelle carceri e’ gestione del Servizio sanitario nazionale. Per ogni miopia esistono lenti appropriate e per ogni oscurita’ luci adatte.
E’ inutile continuare a sbandierare il successo della chiusura dei manicomi criminali, traguardo che, peraltro, andava tagliato gia’ dagli anni Sessanta, in ragione di importanti pronunce giurisprudenziali di legittimita’ e di merito, se non siamo in grado di sciogliere nodi sinora inestricabili: presa in carico dei sofferenti psichici in gruppi di appartamento, assistenza domiciliare, potenziamento dei servizi di salute mentale, tutto in fase di prevenzione.
E poi creazione di una nuova Rems in Campania, cosi’ come deciso all’unanimita’ dal consiglio regionale il 3 maggio, potenziamento delle figure di psicologi, psichiatri, tecnici della riabilitazione in carcere, misure alternative al carcere per i sofferenti psichici. Il problema rimane quello di offrire un’adeguata assistenza psichiatrica ai detenuti e di garantire ai dipartimenti di salute mentale le giuste risorse economiche e umane per trattare i liberi vigilati”.
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