Capodrise. Un cantiere stradale invisibile, che a stento si notava, posto al termine di un rettilineo senza alcuna possibilita’ di visuale per i mezzi in transito, in cui vi lavorava in subappalto una societa’ in amministrazione giudiziaria dopo il sequestro avvenuto nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli su un giro di appalti della Rete Ferroviaria Italiana finiti a ditte vicine al clan dei Casalesi.
Lo hanno scoperto a Capodrise gli agenti della Polizia di Stato, che al termine dell’attivita’ hanno denunciato sette persone tra responsabili e lavoratori del cantiere. In particolare i poliziotti del Commissariato di Marcianise guidati da Valerio Consoli hanno notato il cantiere durante un’attivita’ di controllo del territorio; sul posto erano presenti cinque operai, non protetti da alcun dispositivo di sicurezza, intenti ad effettuare dei lavori di scavo al manto stradale, il tutto senza alcuna segnaletica di preavviso per gli automobilisti; i poliziotti hanno riscontrato anche l’assenza di autorizzazione e di dati riconducibili all’attivita’ svolta nel cantiere.
Poco dopo si sono presentati in ufficio i due responsabili della societa’ di Villa Literno che ha avuto l’appalto per i lavori dal Comune di Capodrise, che sono stati denunciati; tra questi figura il 44enne Nicola Schiavone, con precedenti per associazione camorristica.
I due imprenditori hanno ammesso che ad operare nel cantiere c’era anche un’altra societa’, da loro chiamata; si tratta di una societa’ di Casal di Principe sottoposta ad amministrazione giudiziaria dopo che nel maggio scorso il titolare, l’imprenditore 44enne Antonio Magliulo, era finito in manette nell’ambito dell’indagine sui Casalesi. In strada, a lavorare, c’era il fratello di Magliulo, Fabio, di 34 anni, che e’ stato denunciato.
Articolo pubblicato il giorno 11 Agosto 2022 - 20:24