Arzano.kalashnikov, fucili a pompa, bombe a mano, telecamere e pistole: il neo pentito Pasquale Cristiano svela i nascondigli del clan. Via Zanardelli protetta da sofisticati sistemi di videosorveglianza a protezione delle piazze di spaccio.
Un fiume in piena i Cristiano (padre e figlio) e, nei verbali resi da pit stik durante gli incontri dell’8 e 27 giugno scorsi, ha svelato i nascondigli e le tecniche per eludere i controlli delle forze dell’ordine.
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“Quanto ad eventuali nascondigli di armi e droga, posso riferire che all’interno della 167 di Arzano, ci sono dei “sistemi” predisposti da un parente di Giuseppe Manfregolo, tale Luigi Attrice con il figlio Francuccio Attrice. Due sistemi sono nel Rione 167 scala B, uno si trova vicino all’ascensore.
Una volta Monfregolo me lo mostrò compiaciuto perché non si vedeva proprio. Precisamente si trova vicino all’ascensore al piano terra, proprio a fianco si trova una porta blindata e a terra si trova una lastra di ferro che si apre con un telecomando elettrico che fa alzare questo sistema personalmente ho visto quattro pistole (una 38, due 357 e una 9 x 21). Lui lo ha fatto fare nel 2016 e stesso quell’anno me lo ha fatto vedere.
Successivamente è stato usato da noi più volte per prendere le armi ed ha sicuramente funzionato fino a quando C’è stato mio cugino Salvatore. È Io stesso posto dove è stato trovato I’SH 300 di cui ho detto. L’altro “sistema” si trova nella stessa scala al sesto piano, si trova vicino ad un finestrone basso al termine della rampa di scala che conduce al lastrico solare‘ Anche in questo caso si apre con un telecomando.
Poi ho fatto fare anche io un “sistema” a casa di mia madre (scala A sesto piano interno 12) e a casa di mia moglie (Damiano Caria) nella scala D al sesto piana Anche a casa di Mariano (a condizionatore) e Raffaele Manfregolo (all’interno di un armadio che si trova nell’ultima stanza dell’appartamento) c’è un “sistema”. Anche sui “sistemi” mi riservo di riferire ulteriori dettagli.
A mio parere negli ultimi che ho indicato è ancora possibile trovare qualcosa occultato. In via Vittorio Emanuele, in prossimità dell’abitazione di Luigi Piscopo, gli appartenenti del gruppo Monfregolo avevano un appoggio con una via di fuga e sono presenti molte telecamere che registrano immagini immagazzinate in un DVR sul lastrico solare. Io so che anche mio cognato Mormile Vîncenzo ha dei “sistemi” a casa, ma non me li ha mai mostrati in quanto è molto diffidente”.
Ma Cristiano parla anche del ruolo li Luigi Piscopo o sicc, Alterio Gennaro e Davide Pescatore alias pal e fierr.
“Piscopo Luigi subito dopo Monfregolo Giuseppe, aveva un ruolo di vertice per le estorsioni con Alterio Gennnaro e Pescatore Davide, confermo le dichiarazioni rese”. Per me nelle estorsioni era veramente il numero uno, sapeva muoversi molto bene nel settore, sapeva come trattare con commercianti e imprenditori e portava molti soldi.
Come ho già detto gestiva la piazza di hashish con Pescatore Davide era spesso armato e disponibile In caso di necessità. Ha anche partecipato ad incontri con altri clan È stato reggente con Petrillo Salvatore quando 10 sono stato nuovamente arrestato ha avuto ruoli anche su Frattamaggiore e Frattaminore dei quali mi riservo di riferire.
Lui non si trovava con i Monfregolo che lo avevano abbandonato quando è stato arrestato, senza dargli 10 stipendio durante la latitanza che, invece, gli hanno iniziato a corrispondere dopo che è stato catturato. Oggi fa parte del gruppo di Frattaminore — Crispano.
Custodiva un borsone con delle armi in prossimità della sua abitazione, dove lui sosteneva ci fossero delle grotte e dove diceva non le avrebbero mai potute trovare Un kalashnikov, un fucile a pompa, un fucile da caccia semiautomatico, una 7,65 e una 9×21, un jammer (con 20 antenne; forse anche una bomba a mano.
Tutte armi del clan. Lui e il fratello sanno dove sì trovano le armi. In quella zona ci sono molte telecamere dei Monfregolo e anche di Belgiorno Giosuè (libero ndr) ma lui mi ha garantito che non avrebbero mai potuto trovarla. Aveva anche, insieme al fratello Gioacchino, proprio nella casa in cui Gioacchino era ai domiciliari, una piazza di spaccio di cocaina dal momento in cui è stato scarcerato fino alla morte di mio cugino”. Ovviamente sarà la procura a stabilire le eventuali responsabilità dei chiamati in causa dal pentito.
Ciro Espedito
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