Terza tappa di “Ventidue” la proposta editoriale promossa dal Comune di Procida e dal board esecutivo di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 per raccontare l’isola attraverso i progetti di comunità.
L’incontro fra due esperimenti diversi: uno studio biologico sul contenimento della zanzara tigre ed uno sociologico sulla rappresentazione, attraverso l’arte e le nuove tecnologie mediali, del senso di identità di una popolazione, in grado di denotare l’uno in favore dell’altro all’insegna del dialogo fra Arte e Scienza, coinvolgendo un’intera comunità in un movimento di arte urbana, che ha saputo divulgare e coinvolgere attivamente i cittadini nell’affrontare una problematica ambientale e naturalistica.
È l’iniziativa “Scienza Aperta – Non Io ma Noi” promossa dal gruppo di ricerca coordinato dal prof. Marco Salvemini, del Laboratorio di Genetica e Controllo degli Insetti Vettori del Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II e dalla Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, protagonista del terzo mockumentary del ciclo “Ventidue” il viaggio a cura di Nuvola TV e Procida TV nei progetti di comunità del programma di Capitale Italiana della Cultura 2022, promosso dall’Amministrazione Comunale dell’isola e dal board esecutivo di Procida Capitale Italiana della Cultura. La pubblicazione, venerdì 22 luglio alle 20:22 sul canale youtube della televisione locale (@procidatv)
Un processo sociale che ha saputo attivare la partecipazione dei cittadini alla sperimentazione STOPTIGRE, che cerca di limitare la diffusione della zanzara tigre asiatica a Procida – vettore di patologie per l’uomo – a partire dal sentimento di appartenenza tramite azioni di arte collettiva, nuove visioni urbane e cura del territorio, rappresentato su tavolette di cioccolata offerte in dono a tutti coloro che, sottoponendosi volontariamente alle sessioni fotografiche per la realizzazione di opere murali collettive da dislocare nell’isola e a quella di acquisizioni di immagini per la scansione di piccole sculture tridimensionali – una sorta di censimento visivo degli abitanti – prendevano coscienza di un problema ambientale, alla cui soluzione poter contribuire, ospitando nei propri orti e giardini delle trappole speciali – definite gravitrappole – in grado di individuare, in relazione alla massa, la presenza degli esemplari maschi della specie zanzara tigre (di dimensioni ridotte rispetto alle femmine) da avviare, in seguito, ad un processo di sterilizzazione.
Nei panni di una delle statuine-totem per raccontare l’Uno e l’Altro, lo scienziato e l’artista, c’è Giuseppe Fedele, 26 anni, originario di Portici, laurea in Lettere Moderne e attore professionista con esperienze lavorative e di formazione, presso importanti realtà del territorio come il Nuovo Teatro Sanità, la Baracca dei Buffoni, il Teatro Bellini e il Nouveau Théàtre de Poche, collaborando con artisti come Ernesto Lama, Pino L’Abbate, Luca Gatta, Peppe Miale e Lello Arena. Di recente ha partecipato al “Premio Serra – Campi Flegrei”, promosso dal Teatro Serra di Napoli: “è stato bello prendere pare parte ad un’iniziativa che vuole far conoscere, ad un pubblico più ampio, le attività svolte dalla comunità sull’isola raccontando come l’arte e la scienza, siano tutt’altro che due cose separate e possano, invece, collaborare insieme. Una cosa bellissima. Troppo spesso dimentichiamo che lo scienziato e l’artista, sono entrambi dei creativi”.
Le pubblicazioni proseguiranno con cadenza fissa il giorno 22 di ogni mese, fino alla fine dell’anno.
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