È stato scarcerato ed affidato ad una comunità di Gaeta, Luca De Biase, 30enne, di Giugliano in Campania, che aveva come fine pena ottobre 2026.
La vicenda che vedeva imputati Soussi Kharbouch, 35 anni e Luca De Biase, all’epoca 26 anni, entrambi residenti nel napoletano, narrava di una storia fatta di sesso, droga, ricatti, debolezze, amore e tonache. Perché la vittima del furto aggravato e dell’estorsione messe in atto dai due è un ex viceparroco che decise di lasciare l’abito talare dopo quella esperienza.
Era la fine di novembre del 2015 quando Kharbouch e De Biase, di professione escort, furono arrestati a Modena dopo una serrata indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto.
I due uomini offrivano prestazioni sessuali in cambio di soldi attraverso un sito Internet nel quale il prete, 40enne, si era imbattuto: aveva preso contatto con loro e si erano incontrati in città. Poche volte aveva ceduto alla sua debolezza, senza pensare probabilmente alle conseguenze della sua fiducia mal riposta.
I due lo avevano filmato e fotografato durante quegli incontri a luci rosse e avevano conservato immagini e filmati, lui non si era nemmeno accorto che tutto questo era accaduto. Una volta sparito il calice che conservava gelosamente, non soltanto per il valore reale ma soprattutto per quello affettivo, aveva chiesto indietro quell’oggetto.
Sulla coppa d’argento infatti, il trentasettenne aveva fatto inserire alcune pietre preziose che erano appartenute a sua madre. E durante quella brutta serata, quando il prete era stato probabilmente stordito con della droga, era sparito anche un computer.
Il furto del calice aveva colpito la comunità di fedeli che ignoravano lo sfondo sul quale era maturato il colpo. Poi però le richieste di Kharbouch e di Di Biase erano diventate sempre più pressanti: volevano soldi per restituire il calice al viceparroco ma soprattutto chiedevano cifre sempre più alte per non pubblicare le immagini osé che avevano scattato.
Alla fine, furono condannati, con sentenza della Cassazione definitiva nel 2019, a 6 anni di carcere. Il De Biase, dopo la sentenza definitiva, fu trasportato in carcere a Poggioreale, dove nominò l’avvocato Massimo Viscusi, il quale dapprima lo fece trasferire presso il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, per poi fagli ottenere l’affidamento ad una comunità di Gaeta, vedendo essere accolte le sue richieste da parte del Tribunale di Sorveglianza di Avellino, a ben tre anni dal fine pena, previsto per il 2026.
La notizia era balzata agli onori della cronaca nazionale, anche per l’ingente furto, di circa 50.000euro.
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