Era stato rinviato a giudizio con l’accusa di “false dichiarazioni” al fine di ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza. Una operazione dell’ottobre 2021 che, assieme al 40enne, originario di Montesarchio, ma residente a Napoli, aveva visto coinvolti anche altri soggetti.
La Procura contestava al 38enne di aver fatto domanda di reddito di cittadinanza nonostante fosse agli arresti domiciliari, oltre ad aver espiato l’ultima pena definitiva nel 2011; e di avere, all’epoca dei fatti, un conto gioco con ben 10.000 euro.
Oggi la discussione del rito abbreviato condizionato, chiesto ed ottenuto dal suo Difensore di fiducia, l’Avvocato Massimo Viscusi, il quale ha dimostrato che la pena definitiva era in realtà stata espiata nel 2013, con chiaro errore nel casellario giudiziale, ovvero oltre il termine decennale previsto dalla legge che istituisce il rdc, oltre alla circostanza, del tutto irrilevante, che all’epoca dei fatti si trovava agli arresti domiciliari in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare restrittiva della libertà personale.
Quanto all’altra contestazione, l’Avvocato Viscusi è riuscito a dimostrare che la somma di 10.000 euro presente sul conto gioco, in realtà trattasi di una somma “dinamica e temporanea”, non soggetta ad alcuna dichiarazione, né frutto di attività illecita, in quanto chi ha l’abitudine del giuoco è assoggettato ad entrare e ad uscite, con spese, che nel caso dell’imputato, erano di gran lunga maggiori e proficue rispetto alle entrate, come ampiamente dimostrato dall’abile penalista.
All’esito della discussione l’assoluzione da parte del Gup di Napoli, “perché il fatto non sussiste”. Il Pm aveva chiesto 1 anno e otto mesi di reclusione.
Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2022 - 16:14