Oltre 2mila detenuti, dei quali 700 in più rispetto ai posti effettivamente disponibili. Con il risultato che in alcuni padiglioni, come il “Roma”, ci sono camere di pernottamento “che ospitano sino a 10 persone” .
Poggioreale si conferma il carcere con più detenuti in Italia, “con un pesante sovraffollamento”, e ambienti “in stato di degrado”: al “Roma”, per esempio, i servizi igienici sono ancora a vista e, nelle stampe multiple, “separati dal resto dell’ambiente di vita da un muretto basso”; al “Salerno” , un unico bagno è condiviso anche da 9 persone e i compagni di stanza devono mangiare a turno perché i tavolini sono pochi. E in generale mancano i locali per la “socialità” e per le attività in comune.
Il degrado investe anche gli uffici: quelli della Matricola sono in un seminterrato “con luce insufficiente e forte umidità”, le condizioni di lavoro sono “inaccettabili” e “il contesto in cui il personale opera non rispettoso della dignità delle persone”.
E’ la fotografia impietosa scattata dal Garante nazionale delle persone private della libertà in occasione della visita compiuta l’11 aprile scorso dal presidente Mauro Palma e da Daniela de Robert e stampata nel Rapporto pubblicato oggi sul sito dell’organo collegiale. A quella data il numero dei detenuti risultava pari a 2223, rispetto a una capienza regolamentare di 1571 posti e di una capienza effettiva di 1501.
I condannati in via definitiva (1215) rappresentano oltre la metà della popolazione carceraria nonostante si tratti di un carcere circondariale nel quale cioè dovrebbero essere ristretti solo i detenuti in attesa di giudizio o con una pena da scontare inferiore a 5 anni. Già negli anni scorsi il Garante aveva lanciato l’allarme sulle conseguenze della presenza di tanti condannati definitivi , cioè di “soggetti appartenenti a criminalità di maggiore spessore del territorio”: “espone non soltanto le persone più deboli al rischio di continua reiterazione di reati, ma anche a forme di soggezione durante il periodo di detenzione” e comporta un “rischio di acquiescenza di taluni operatori”, che “deve essere tenuto sotto costante monitoraggio”.
Ma a distanza di 5 anni, segnala il rapporto, nulla è cambiato. Un elemento che unito anche “alla carenza di spazi per le attività comuni fa del carcere di Poggioreale un Istituto in cui la gestione della vita quotidiana in una prospettiva costituzionalmente orientata appare molto difficile”.
Sul punto il Garante è molto critico: “le condizioni verificate in generale nell’Istituto di Poggioreale, e in particolare in alcuni reparti, possono essere facilmente considerate una violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la tutela delle libertà fondamentali e dei diritti umani che inderogabilmente vieta trattamenti i pene inumane o degradanti”. Di qui la richiesta pressante che “un intervento coordinato e urgente” nell’istituto di Poggioreale sia “una delle priorità” dell’Amministrazione penitenziaria.
Articolo pubblicato il giorno 12 Luglio 2022 - 18:00