Napoli. La voce di Rosaria Vicino ripete come un refrain senza musica: “Ridatemi, mio figlio, era un bravo ragazzo, non ha alcun legame con la camorra. Ridatemi mio figlio Andrea vico o morto. Sto vivendo un incubo”.
Lo ha ripetuto ieri ai giornalisti accorsi in via Napoli a Pianura, zona d alto tasso criminale dove si è svolta una manifestazione per chiedere la liberazione di Andrea Covelli, il ragazzo di Pianura, che lavorava come dipendente di un autolavaggio, è scomparso nella notte tra martedì e mercoledì scorso. Poche persone in strada ma molto rumorose accompagnate dalla polizia e dalla presenza del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
La pista investigativa porta a una vendetta traversale nell’ambito della sanguinosa faida di camorra che da mesi sta coinvolgendo i clan di Pianura, Soccavo e del rione Traiano.
La mamma del 27enne scomparso è la sorella di Antonio Vicino detto “Tonino lemon”, ras di Fuorigrotta ucciso in un agguato di camorra nel 2000. Antonio, fratello di Andrea, in passato è stato accostato agli ambienti dei Carillo-Perfetto. Due anni fa fu arrestato per droga, poi non ha avuto più problemi con la giustizia. E proprio questo aver tagliato i ponti con il gruppo dei Carillo-Perfetto, in contrasto con gli Esposito-Marsicano-Calone, avrebbe portato al rapimento di Andrea Covelli.
La mamma ha raccontato come le immagini di due telecamere della zona dove è avvenuto il sequestro mostrano il momento in cui è stato costretto a cedere lo scooter. “Era uscito per comprare dei cornetti per un’amica e non è più tornato: stiamo vivendo un incubo, rivoglio mio figlio vivo o morto”.
La donna spiega che Andrea era fermo, in sella al suo scooter, in attesa che si presentasse la sua amica, quando è stato affiancato da un altro scooter sul quale c’erano 2 persone. “A vedere le immagini sembrava una rapina, gli hanno preso il telefono e il portafogli. Poi il passeggero si è messo alla guida della moto di mio figlio di Andrea e l’altro se l’è caricato sulla sua. Poi si è persa ogni traccia”.
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