Ottaviano. Una violenza ingiustificata nei confronti di due ragazzi “colpevoli” del classico “sguardo di troppo”. Una delle vittime ha riportato uno sfregio sul volto e l’indebolimento permanente della masticazione.
E cosi all’alba di oggi a Ottaviano i militari della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a due ordinanze applicative di misura cautelare, emesse dai GIP del Tribunale di Nola e del Tribunale per i Minorenni di Napoli su richiesta delle correlative Procure della Repubblica, nei confronti di quattro ragazzi (due dei quali minorenni).
Sono tutti gravemente indiziati – a vario titolo e in concorso tra loro – dei delitti di lesioni personali pluriaggravate e porto illegittimo di armi ed oggetti atti ad offendere, avendo – inoltre – agito in più persone riunite, armati e per futili motivi, approfittando della minorata difesa delle vittime.
L’indagine, condotta dalla Stazione Carabinieri di Ottaviano mediante l’analisi dei filmati di videosorveglianza, escussioni testimoniali ed attività ispettiva sui telefoni cellulari degli indagati, è scaturita della denuncia presentata l’11 aprile 2022 dalle vittime (due uomini entrambi ventenni e residenti ad Ottaviano) ed ha consentito di ricostruire le fasi del violento pestaggio da parte del branco avvenuto il precedente 9 aprile, all’esterno del bar “Maxi O” di Ottaviano, a seguito di un presunto “sguardo di troppo” rivolto dai due giovani agli aggressori.
Sulla scorta degli elementi acquisiti, i quattro indagati avrebbero deliberatamente e ferocemente colpito più volte le vittime, nei pressi del locale e alla presenza di una moltitudine di avventori, con pugni, calci e con un manganello telescopico, procurando loro lesioni particolarmente gravi.
La vittima che ha subìto le lesioni più gravi (60 giorni mentre l’altro fortunatamente se l’è cavata con 10 giorni) ha riportato uno sfregio sul volto e l’indebolimento permanente della masticazione
Per i due indagati maggiorenni sono scattati gli arresti domiciliari; per i due indagati minorenni sono state applicate, rispettivamente, le misure cautelari del collocamento in comunità e della permanenza in casa.
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