Pugno duro del Comune di Napoli contro i locali occupati abusivamente. L’ultimo bilancio parla di 6188 negozi utilizzati da persone che o non pagano il canone, o sono abusive o hanno un titolo fasullo. Una piaga ventennale, come riporta Il Mattino, per quanto riguarda i beni a uso non abitativo, che ammontano per il patrimonio immobiliare del Comune a 65.494 cespiti.
L’assessore Pier Paolo Baretta si è espresso così sulla situazione: “NapoliServizi ha avviato una ricognizione di tutte le irregolarità, valutate ad oggi in oltre 264 milioni e che investono in gran misura sia gli immobili Erp sia il patrimonio disponibile ad uso abitativo o commerciale”, scrive nel bilancio 2022-24.
“Questo patrimonio immobiliare ad uso non abitativo sarà valorizzato attraverso la procedura di affidamento ad evidenza pubblica per l’assegnazione di cespiti per finalità commerciali e per fini sociali e culturali – prosegue -. Per quanto riguarda gli immobili già assegnati si procederà ad adempiere alle istanze di voltura a favore degli aventi diritto anche attraverso il recupero delle istanze in attesa di definizione”.
Il censimento si chiuderà entro il 31 dicembre ed entro quella data il Comune ha fatto sapere che “chi non è in regola dovrà lasciare l’uso del bene del Comune”. Saranno sottoposte ad una “verifica del titolo” anche Circoli, associazioni e centri culturali (91 sugli altri 101 cespiti) e le restanti 10 strutture catalogate come Centro sociale e rieducativo. Stime accreditate parlano, infatti, di almeno un 60-80% di beni che hanno lo status di “posizioni non lineari”.
Il primo step sarà quindi quello di definire entro il 31 dicembre il programma di “ricognizione del patrimonio immobiliare” (patrimonio Erp escluso), poi quello dell’adeguamento dei canoni prevedendo l’avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione degli immobili liberi o in fase di rilascio. Da qui verrà lanciato un piano di “smaltimento” delle pratiche di “subentro o rinnovo dei contratti di locazione o concessione scaduti”.
Per la valorizzazione di questi edifici il Comune è pronto a mettere in gioco un piano di interlocuzioni con Accademia delle Arti, Fondazione Banco Napoli, Formez, Teatro Mercadante, Asl Napoli 1 e Città metropolitana.
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